Cinque 'Sì' per Lavoro, Sicurezza, Dignità, Cittadinanza e Democrazia |  Irpinia24

Il Comitato di Scafati per il referendum dell’8 e del 9 Giugno 2025 invita la cittadinanza a partecipare a due importanti eventi che si terranno il 22 e 23 Marzo 2025.

Sabato 22 Marzo 2025, dalle ore 9.30: il Comitato sarà presente con un banchetto informativo nel piazzale antistante la Chiesa di San Francesco di Paola, durante la cerimonia di Libera dedicata alla lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie. Sarà un momento di riflessione, partecipazione attiva e condivisione di informazioni sui quesiti referendari.

Domenica 23 Marzo 2025, alle ore 10.30: si terrà una conferenza stampa di presentazione del Comitato presso il Bar Cristal, in via Pietro Melchiade a Scafati. Durante l’incontro, che inizierà alle ore 10:30, il Comitato illustrerà le sue iniziative e approfondirà i contenuti dei referendum, rispondendo alle domande della stampa e dei cittadini presenti.

Tutte le cittadine e i cittadini sono invitati a partecipare, per informarsi e comprendere le ragioni del “Sì”. A tal scopo, infatti, nasce il Comitato referendario di Scafati. Il Comitato, composto da associazioni, movimenti, organizzazioni sindacali, politiche e realtà territoriali, si propone di informare e sensibilizzare la popolazione sulle ragioni del ‘Sì’ ai quesiti referendari, con l’obiettivo di costruire una società più solidale, equa e attenta ai bisogni dei lavoratori e dei cittadini. È un’organizzazione apartitica nata per promuovere la partecipazione attiva ai referendum popolari del 2025. Infatti, l’8 e il 9 Giugno 2025 i cittadini italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari che mirano a introdurre cambiamenti significativi in materia di lavoro, sicurezza sul lavoro, contratti, tutele economiche e cittadinanza. Ecco i dettagli di ciascun quesito:

Stop ai licenziamenti senza giusta causa nelle grandi imprese. Il primo quesito chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 Marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo. Abroghiamo questa norma, diamo uno stop ai licenziamenti privi di giusta causa o giustificato motivo.

Rimozione del limite alle indennità per licenziamenti nelle piccole imprese. Il secondo quesito riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese. In quelle con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo oggi una lavoratrice o un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento. Obiettivo è innalzare le tutele di chi lavora, cancellando il limite massimo di sei mensilità all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite.

Stabilità lavorativa e obbligo di causali per i contratti a termine. Il terzo quesito punta all’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine per ridurre la piaga del precariato. I rapporti a termine possono oggi essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo. Rendiamo il lavoro più stabile. Ripristiniamo l’obbligo di causali per il ricorso ai contratti a tempo determinato.

Maggiori tutele per la sicurezza sul lavoro. Il quarto quesito interviene in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Arrivano fino a 500mila, in Italia, le denunce annuali di infortunio sul lavoro. Quasi 1000 sono i morti in Italia ogni anno, con una media tre lavoratrici o lavoratori al giorno. Cambiamo le leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori privi di solidità finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche. Abrogare le norme in vigore ed estendere la responsabilità dell’imprenditore committente significherà garantire maggiore sicurezza sul lavoro.

Accesso semplificato alla cittadinanza italiana. Il quinto quesito propone di dimezzare da 10 a 5 anni il periodo minimo di residenza legale in Italia per richiedere la cittadinanza. Tale modifica non tocca gli altri requisiti, come conoscenza della lingua italiana, reddito adeguato, incensuratezza e rispetto delle leggi fiscali. Questo quesito vuole agevolare circa 2,5 milioni di cittadini stranieri che risiedono, lavorano e contribuiscono attivamente alla società italiana, adeguando le regole italiane agli standard europei.
Questi referendum offrono l’opportunità di promuovere un cambiamento radicale nella società italiana, con l’obiettivo di rafforzare i diritti dei lavoratori, ridurre le disuguaglianze e migliorare le condizioni di vita di tutte le categorie sociali. Ecco perché il Comitato invita tutti i cittadini a partecipare agli eventi organizzati e a sostenere con entusiasmo la campagna referendaria per dare voce a un cambiamento necessario per il bene comune!