Risultato immagini per LUCA GUADAGNINO E STELLA SAVINOSTABAT MATER

La stagione NEST prosegue con “STABAT MATER” in scena sabato 15 e domenica 16 febbraio. Tratto dal testo originale diAntonio Tarantino, "Stabat Mater"torna in un’originale versione riadattata daStella SavinoeFabrizia Sacchiin dialetto napoletano. Luca Guadagnino e Stella Savino ne firmano la regia.

 L’attrice Fabrizia Sacchi, in scena per un’intera ora con Gennaro Lucci (scelto tra i ragazzi del folto gruppo #GiovaniO’Nest), interpreta il delirio appassionato e intenso e il lamento straziante di Maria Croce, ragazza madre meridionale nella periferia di una Torino ferita e degradata, all’inizio degli anni ’90.

Sinossi

Stabat Mater è una preghiera di origine medievale che fa riferimento alla permanenza di Maria di Nazareth ai piedi della croce del Cristo, titolo ricorrente in letteratura e in arte, topos metaforico di una condizione di sofferenza estrema che designa il lato profondamente umano dell’episodio evangelico. La Madre che sta ai piedi del figlio morente è parte fondante dell’iconografia e della stessa religione cristiana, ma è anche – in termini laici – simbolo della maternità che vive la innaturale situazione di vedere un figlio morire dinanzi ai propri occhi. Maria Croce è una donna sola, emigrante del sud a Torino, che urla, vomita al mondo, soprattutto all’amore della sua vita, a Giuvà, la sua disperazione, e lo fa con grazia e sarcasmo, nel suo dialetto, in napoletano. In questa divertente e agghiacciante litania non risparmia nessuno, perchè lei “mica tiene scritto sali e tabacchi in fronte?”, e tutti sono coinvolti nel mistero della sua vita e di suo figlio, e quando capirà la verità sarà la sua natura ad agire di conseguenza.  

Note di Regia

La scrittura è forte, compatta e concentrica, piena di malaproprismi linguistici, commistioni dialettali, frasette ripetute a loop che conferiscono alla Maria tutta la sua popolana irriverenza. Questo spettacolo è stato creato a misura sull’attrice, l’allestimento prevede la presenza di una sedia, una scala, un vecchio telefono della Sip e un servo di scena che trascina Maria da una situazione all’altra.