A Napoli è stata svolta, dal 23 settembre al 1° ottobre, la 21esima edizione del “Napoli Film Festival”, diretto da Mario Violini. Per il “Concorso Europa Mediterraneo” ha vinto il “Premio Augustus Color 7 DCP per la distribuzione del film in Italia” il film del Marocco, “The Healer” (La guaritrice) di Mohamed Zineddaine, che «restituisce allo spettatore uno spaccato di una realtà profondamente distante da quella occidentale nella sua identità culturale e sociale in cui tuttavia si percepisce la presenza di una premodernità che tenta di insediarsi».
Il “Premio Cinemaitaliano” è stato assegnato a “Nimble Fingers” (Dita agili) di Parsifal Reparato perché «apre una finestra su un paese che sembra lontano anni luce ma che in realtà sta lentamente finendo nella rete della globalizzazione. I sogni e la vita di una ragazza, Bay, operaia in una fabbrica di prodotti di alta tecnologia, non sono tanto distanti da quelli degli operai della Fiat negli anni 60, che dal sud andavano a Torino. Un racconto interessante su un mondo distante e una persona che sembra vicinissima».
“Nimble Fingers”, del 2018 sostenuto dal Crowdfunding con soggetto, sceneggiatura, fotografia e regia di Parsifal Reparato; Interpreti principali, Bùi Thị Bảy, Nguyễn Thị Thanh, Vũ Thị Kim Dung; Montaggio, Armando Duccio Ventriglia; Produzione di Federico Schiavi; Lingua Vietnamita e Muong, con i sottotitoli in italiano. Il film documentario sulla condizione lavorativa delle donne in Vietnam, della durata di 52’, in colonna sonora ha le musiche di Eugenio Vatta e Andrea Filippucci; Pham Thi Hue; E' Zezi.
Parsifal Reparato da sempre grande estimatore del G. O. E’ Zezi fondato da Angelo De Falco, “O’ Prufessore”, nel 1974, ha voluto il suo contributo per la colonna sonora completata con “Ninna nanna cu ‘o suonne”, suonata e cantata da: Marzia Del Giudice, Martina Mollo, Caterina Bianco, Paolo Esposito Mocerino, Massimo Mollo, Massimo Ferrante, Dario Mogavero, Enzo Salerno, Alessio Sica, Gianluca mercurio, Lello Settembre.
In chiusura proiezione presso il Delle Pame a Napoli, i titoli di coda sono stati ripresi dal sociologo e giornalista Antonio Castaldo per IESUS. Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali, ed integralmente postati all’indirizzo web https://www.youtube.com/watch?v=RYlCm5Ooe_w&feature=youtu.be .
Bay, la protagonista di “Nimble fingers” (Dita agili), proveniente da un lontano villaggio di Muong situato sugli altopiani del Vietnam del Nord, abitante in un sobborgo di Hanoi, quotidianamente si reca in una delle grandi fabbriche di componentistica elettronica del vasto parco industriale Thai Long.
La giovane vita di un’operaia che guadagna 4 milioni di Dong, al cambio europeo circa 160 Euro, di cui la quarta parte va via per l’affitto, il cibo e i trasporti, emerge dalle migliaia di lavoratrici riprese fra l’entrata e l’uscita dalla fabbrica, dentro la quale non sono state consenti accessi né filmati.
Nel documentario una delle prime cose che dice Bay, rivolta ad una compagna di abitazione e lavoro, «Sono stanca ma devo fare tutto con calma», questo lontano dal lavoro, mentre questo lusso si dissolve in fabbrica dove «se hai un capello fuori posto devi fare rapporto». Nelle fabbriche l’accesso è garantito quasi esclusivamente alla sola manodopera femminile, perché le donne che hanno «dita agili e cervello lento», assicurando giusti tempi e precisione nell’esecuzione del lavoro e ritrosia nelle lamentele e rivendicazioni. Un dato questo rilevato da Parsifal Reparato, come antropologo e giornalista, nel corso di un’intervista fatta a uno dei tanti manager durante la ricerca sul campo.
Ai titoli di coda si ascoltano E’ Zezi con “Ninna cu ‘o suonne” e si legge la chiosa dell’autore: «In Vietnam l’80% degli operai sono donne. Dopo 5 anni di lavoro di fabbrica, la maggior parte di loro abbandonano il lavoro perché non sono più in salute o non possono più sostenere i ritmi e le regole aziendali. Molte di loro ritornano ai propri villaggi di origine». Come nella raccontata vita di Bay.
Alla proiezione a Napoli prezzo il cinema Delle Palme, il 25 settembre scorso, dopo la proiezione ci sono state le riflessioni di Paolo Esposito Mocerino del Gruppo Operaio E’ Zezi e di Ludovico Brancaccio del Comitato di selezione del Napoli Film Festival, i cui altri componenti erano Antonio Borrelli, Giuseppe Borrone e Giuseppe Colella. Gli interventi conclusivi sono stati ripresi dal sociologo e giornalista Antonio Castaldo per IESUS. Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali, ed integralmente postati all’indirizzo web https://www.youtube.com/watch?v=Z9uuF1OhsqQ .
Lo stesso Antonio Castaldo ricorda che «Il Gruppo Operaio ‘E Zezi di Pomigliano D’Arco si riconfermano degni della storia e dei valori che portano e rappresentano nella preziosa partecipazione in colonna sonora del premiatissimo “Nimble Fingers” del regista e antropologo partenopeo Parsifal Reparato, al quale vanno i complimenti e l’abbraccio fraterno per quanto sta facendo. Nella quarantacinquennale vita musicale, canora e teatrale ‘E Zezi hanno esperito anche la via cinematografica, attoriale, documentaria e sonora. Ecco qualche ricordo: Il cortometraggio muto di 8 minuti “Lavoro minorile offresi” girato con a Pomigliano D’Arco nel 1980 da Videobase, Roma. Il docufilm su di loro “Viento ’e terra” del 1996, regia di Antonietta De Lillo, fotografia di Cesare Accetta, montaggio di Giogiò Franchino, prodotto da Laura Cafiero. I due brani tratti dall’album “Zezi Vivi”, prodotto da David Petrosino nel 1996, inseriti in colonna sonora della serie televisiva “I Soprano” prodotta dall’emittente statunitense HBO, su soggetti e sceneggiatura di David Chase, firmatario anche del primo ed ultimo episodio di tutta la serie durata 6 stagioni, trasmessa in USA dal 1999 al 2007. In Italia trasmessa dal 2001 su vari canali televisivi. Ora il cammeo per “Nimble Finger” di Parsifal Reparato. ‘E Zezi sono un bene da tutelare, anzi da includere -ha rincarato il sociologo Antonio Castaldo- nel Patrimonio Unesco, lo stesso che, con loro testimonial, è stato promozionato recentemente dalla Città Metropolitana di Napoli a Palazzo Venezia in Roma come abbiamo letto su “La Repubblica-Napoli” il 26 settembre scorso nell’illuminante articolo “Turismo per il riscatto sociale” di Elena Coccia».