Al Teatro De Rosa di Frattamaggiore in scena la favola sinfo rock - Napoli  Village - Quotidiano di Informazioni Online

«Di un gatto, di un asino, di un drago e di un ammazzadraghi»: è il titolo della favola sinfo rock, con la regia di Carmela Barbato e Nico D'Agostino, che venerdì 21 giugno, a partire dalle ore 20.00, andrà in scena presso il Teatro De Rosa di Frattamaggiore.

Lo spettacolo, con protagonisti gli allievi del laboratorio teatrale “Il Caleidoscopio”, è un libero adattamento de “Il Drago” di W. Swartz curato da Carmela Barbato. Costumi e scene di Arteventi; coreografie di Emilia Pellino; videographer Domenico Capasso; Scelte musicali e sceniche di Carmela Barbato.

Questi i personaggi ed interpreti in ordine d’apparizione: Leonardo Papa (Lancillotto); Maria Gabriella Daliento (Gatto); Luca Lo Masto (Carlomagno); Martina Iorio (Elsa 1); Vincenzo Giordano (Drago 1 - Fabbro); Antonio Landolfo (Drago 2- Cappellaio-Venditore-Cerimoniere); Agostino Dell'Aversano (Borgomastro); Francesco Scognamiglio (Enrico); Naike D'Agostino (Bambina, la più giovane attrice del Caleidoscopio); Andrea Barbato e Davide Esposito (Sentinelle); Vincenzo Giordano e Antonio Landolfo (Soldati alle fanfare); Alessandra Cristofaro (Elsa 2); Federica Scotto D'Apollonia, Elisa D'Antò, Martina Iorio (Le amiche di Elsa); Martina Leo (Drago 3); Salvatore Caputo (Asinello); Roberta Di Tella e Michela e Michela Mastrianni (Tessitori); Vincenzo Giordano, Martina Leo e Michela Mastrianni (Cittadini); Roberta Di Tella (Elsa 3).

“Quest’anno una favola… Una favola per giocare con se stessi, con il teatro, con la storia, con la storia degli uomini. Una favola per essere seri e riflessivi sulle cose dell’uomo e del mondo: l’amore, il coraggio, la codardia, l’oppressione, il potere, l’invidia, l’ingordigia, la morte. Lo stesso Schwarz avvertiva che nelle favole il mondo irreale si connette sempre con la realtà, ed in una favola non si vuole nascondere nulla, bensì rivelare, gridare a piena voce quello che si pensa”.

Sottolinea Carmela Barbato che poi aggiunge:

“La scelta del Drago per concludere il nostro anno di laboratorio non è stata infatti casuale: da una parte l’esigenza di confrontarsi con un ulteriore testo importante del teatro del Novecento, questa volta caratterizzato da stimolanti note favolistiche ed immaginifiche, dall’altra il tentativo di cogliere spunti critici, emozioni e riflessioni sulla nostra condizione di uomini e donne figli di un periodo storico per molti versi drammatico. Il Drago racconta la vicenda di un paese dominato da secoli da un drago che opprime la libertà dei cittadini. L’arrivo di Lancillotto libererà la città dal suo oppressore e salverà la vita alla bella Elsa, vittima predestinata del mostro, ma servirà, ancor più, a svelare le forti responsabilità dei “dominati” nella loro acritica sottomissione al potere”.