Rischia di trasformarsi in un braccio di ferro l’operazione di acquisizione della Cantina del Taburno da parte della Fortezza Società Agricola di Enzo Rillo a seguito di procedura competitiva all’asta, un investimento da quasi 4 milioni di euro, importo versato per intero il giorno 21 novembre e, come da bando, nei prossimi giorni dovrebbe esserci il rogito.
Insomma un’operazione semplice di fronte a un bando pubblico, ad una offerta e conseguente aggiudicazione. Ma, negli ultimi tempi qualcuno si sta mettendo di traverso. Si tratta della Cooperativa dei Viticoltori del Taburno che vorrebbe far valere un asserito diritto di prelazione sull’acquisto della Cantina (non dovuto).
Interrogati sul punto precisano in Fortezza: “Una azione difficile da spiegare e motivare con alle spalle vari personaggi, noti e non, tra cui pare anche un “discutibile” direttore di una locale filiale di banca con evidenti interessi familiari, oltre che in conflitto d’interessi per il ruolo rivestito. Di sicuro tale azione contribuisce solo a destabilizzare e intralciare il nostro progetto che prevede un investimento pari almeno a quello messo sul banco in sede di procedura d’asta”. In più, pare, si siano affacciati consulenti della Cooperativa che stanno reperendo fondi sconosciuti.
Aggiungono ancora da La Fortezza: “La Società Cooperativa Viticoltori del Taburno ha notificato al Commissario Liquidatore del Cons. Agr. Prov.le di Benevento una nota con cui ha manifestato l’intenzione di avvalersi del ritenuto diritto di prelazione ex art. 6 della L. 410/99 del ramo di azienda Cantina del Taburno. In realtà la Cooperativa Viticoltori del Taburno non ha alcun diritto di prelazione in quanto il citato art. 6 riconosce alle società cooperative agricole un limitato diritto di preferenza ‘a parità di condizioni, rispetto agli altri offerenti’. Ne discende che, non avendo la Cooperativa dei Viticoltori del Taburno partecipato alla procedura di vendita coattiva ad evidenza pubblica non presentando la relativa offerta nei termini e modi sanciti dal disciplinare di gara, è decaduta dalla preferenza accordata. E bisogna ribadire: a parità di condizioni rispetto agli altri offerenti ( offerenteè il soggetto che formula l'offerta partecipando all’asta)”.
Concludono evidenziando che “il management di Enzo Rillo quotidianamente sta sostenendo ingenti spese per la gestione della struttura e la crescita del marchio sviluppando una strategia commerciale e di marketing da attuarsi nel prossimo triennio ed ha dato incarico a noti professionisti esperti del settore per il restyling strutturale e tecnologico: insomma è già dentro al progetto e ha tutte le carte in regola per rimanerci”.
E’ auspicabile che si eviti questo braccio di ferro perché i soldi investiti sono tanti e non riguardano solo l’acquisizione del bene ma anche le immissioni di fondi che quotidianamente vengono fatte per il mantenimento e la gestione della struttura in ogni suo singolo aspetto. Una storia che, senza la sua conclusione più naturale, l’affidamento a chi ne ha acquisito la gestione, ha una sola altra via d’uscita e cioè una causa milionaria della quale potrebbero rispondere la Cooperativa e i soci tutti sotto il profilo personale.