Le dieci colonne sonore più belle di Ennio Morricone

di MONICA CARBINI

Sabato sera, il grandissimo artista Andrea Griminelli, virtuoso flautista di fama mondiale, “come una rock star” dalla grande energia e un’infinita voglia di suonare, ha letteralmente incantato ed esaltato il pubblico, entusiasta che gremiva l’Auditorium Sant'Agostino, con la sua interpretazione di alcune delle più memorabili colonne sonore della storia del cinema, frutto del genio compositivo di due mostri sacri della musica italiana nel mondo.

Ad accompagnarlo, gli straordinari, talentuosi, maestri dell’Orchestra da Camera Accademia di Santa Sofia, a cui ha più volte rivolto sincere e affettuose parole di elogio, stima e apprezzamento: i Primi Violini, Riccardo Zamuner, Federica Tranzillo, Alina Taslavan, Bianca Agosti; i Secondi Violini, Emanuele Procaccini, Alessandra Rigliari, Francesco Norelli; le Viole, Francesco Solombrino e Martina Iacò; i Violoncelli Michele Chiapperino e Alfredo Pirone; il Contrabbasso Gianluigi Pennino.

L’evento rientrava nella Stagione Concertistica 2023, proposta da Accademia di Santa Sofia, in sinergia con l’Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio di Benevento. Kermesse sempre più prestigiosa che si avvale della consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock, e della direzione artistica di Filippo Zigante e Marcella Parziale, che, nel suo consueto discorso introduttivo, ha sottolineato quanto il Maestro Griminelli, sia un ospite veramente speciale per l’Orchestra da Camera Accademia di Santa Sofia, perché - ha voluto ricordare - proprio con questo concerto, si conclude, per ora, una brillantissima e stimolante tournee, che li ha visti insieme, esibirsi con straordinario successo, nei teatri e nelle sale da concerto di tutta Italia, dalla Sicilia al Friuli. E proprio da pochissimo, nello splendido Castello di Udine, dopo il concerto, è stato registrato un video destinato all'Istituto di Cultura italiana in Giappone.

Andrea Griminelli, talentuoso artista di Correggio (RE), flautista virtuoso dalle grandi doti interpretative e comunicative, è uno dei musicisti italiani più apprezzati al mondo. Come ha raccontato lui stesso nel corso del concerto, ha iniziato a studiare il flauto a dieci anni e ancora ragazzo ha iniziato la sua carriera concertistica che negli anni lo ha portato a suonare in giro per il mondo, nei teatri più rinomati, accompagnato da orchestre di grande prestigio, con gli artisti internazionali e i direttori più importanti.

Il suo generoso spirito eclettico, figlio di una lunga carriera sempre a cavallo tra musica classica e crossover, e che affronta e sperimenta ogni genere musicale con la stessa passione e precisione, emerge anche dalle molteplici esperienze musicali che lo hanno visto, negli anni, affiancare lungamente Luciano Pavarotti, e poi Sting, Elton John, Andrea Bocelli, Zucchero, James Taylor, Bradford Marsalis e il leggendario Ian Anderson leader dei Jethro Tull.

Fondamentale ovviamente la lunga amicizia con Ennio Morricone, che lo ha portato a reinterpretare, con lui e per lui, dapprima le colonne sonore più importanti del cinema italiano (riarrangiate da Bacalov e Morricone) e poi esclusivamente quelle composte da Morricone.

Il programma del concerto è entusiasmante e struggente. La musica da film è grande musica. Per chi ama il cinema le colonne sonore sono ricordi, emozioni, suggestioni, palpiti indissolubili dalla trama, ma anche da sole, per chi le scopre adesso, sono magnifiche composizioni, potenti opere d’arte musicale che vivono di vita propria. E dopo tutto i capolavori immortali dei più grandi maestri del cinema mondiale, devono, sicuramente, gran parte della loro fama alle musiche che li hanno accompagnati.

La serata apre con Nino Rota, una firma musicale indelebile nella storia del cinema. L’Orchestra sola esegue il suo Concerto per archi (1964/1977) e si apre un mondo: quattro movimenti, allegro moderato, allegretto comodo, andante adagio, allegrissimo, già potentemente evocativi di atmosfere cinematografiche, ora drammatiche e piene di tensione hitchcockiana, ora scherzose, grottesche, claunesche e decisamente felliniane. Si respira cinema da tutte le note. L’orchestra è magnificamente in parte. Il respiro è uno solo. Il pubblico conquistato applaude e grida bravi.

L’applauso continua ed esplode quando si presenta Griminelli, vera “rock star” del flauto. Rilassato e disponibile, elegante e dinoccolato, con flemma anglosassone e simpatia emiliana, si rivolge al pubblico e ai musicisti dell’Accademia di Santa Sofia, cui tributa grandissimi complimenti, ricordando la recente tournee con loro.

Insieme, meravigliosamente, grazie anche ai superbi arrangiamenti, raffinatissimi, suonano Nino Rota Suite, una sequenza di tre perle: da Romeo e Giulietta (1968) di Franco Zeffirelli, “Ai giochi addio”, toccante e perfetta; da Il Padrino (1972) di Francis Ford Coppola, il tema, struggente, dove Griminelli creativo e svolazzante ribadisce la sua precisione tecnica guidata dal cuore, dal talento e dal gusto unico; da 8 e ½ (1963) di Federico Fellini, dove emerge tutta la sua straordinaria capacità interpretativa e la giocosa ironia, regalata a piene mani anche nell’animata interazione cogli eccellenti musicisti, tutti attentamente pronti, coesi e divertiti. Gli applausi scrosciano calorosi.

Passano poi alla famiglia Morricone, con il Tema d’amore, un capolavoro nel capolavoro, di leggerezza e nostalgia, scritto da Andrea, il figlio di Ennio, per Nuovo Cinema Paradiso (1988) di Giuseppe Tornatore. Il sogno del cinema.

La commozione, tangibile, comincia a pervadere l’auditorium fino a traboccare con intensità grandissima in una sospensione temporale, quando i meravigliosi musicisti attaccano il tema, che è storia del cinema, Gabriel’s Oboe di Ennio Morricone, da Mission (1988) di Roland Joffè. Morricone leva il fiato. Anche Griminelli con l’Orchestra.

E l’acme si raggiunge con la divina genialità del tema di Deborah da C’era una volta in America (1984) l’ultimo capolavoro di Sergio Leone, un tema epico e struggente, immenso come Morricone, dove la voce del flauto di Griminelli, dalla tecnica sopraffina, è umana e viva.

È la volta del brano di Morricone, preferito da Griminelli, Per le antiche scale, dal film omonimo di Mauro Bolognini del 1975. Prima di eseguirlo, lui stesso lo descrive come pazzesco, estremo e dolente. Una scoperta.

Arriva il medley, sempre dedicato a Morricone e Sergio Leone, con il tema di Giù la testa (1971), celeberrimo brano conosciuto anche come “Scion Scion”, seguito da Cockeye’s song, ancora da C’era una volta in America, come si fa a non piangere… e infine in un esaltante crescendo, l’amatissimo tema da Il buono il brutto e il cattivo, un vibrante, folle, selvaggio finale.

Gli applausi scrosciano e i bravi bis richiamano più volte gli artisti che con entusiasmo e generosità regalano ben quattro bis al pubblico estasiato. La Csárdás di Monti, celeberrimo pezzo, dinamico, vivace e trascinante, dove il flauto Griminelli, dal trillo fantastico ingaggia una gara di bravura con Violini, Viole e Violoncelli, e dialoga scherzosamente con il Contrabbasso, un divertito e complice Pennino. L’orchestra è entusiasta, il Primo Violino Zamuner suggerisce e il bis si ripete con il girotondo vorticoso di 8 e ½ .

Griminelli, instancabile, sfida sé stesso e regala al pubblico il celebre Volo del Calabrone di Rimskij-Korsakov, tutto d’un fiato. Infine il Valzer, di Verdi ripreso da Rota per il Gattopardo (1963) di Luchino Visconti, e il gran ballo a palazzo chiude la serata.

Il pubblico esaltato ringrazia.

Dopo la consueta accoglienza con i saluti di Maria Buonaguro, Presidente Amici Accademia, in apertura di serata, abbiamo potuto seguire l’interessante dissertazione dal titolo L’arte è sempre contemporanea, del professor Pierpaolo Forte, docente di Diritto Amministrativo all’Unisannio. L’arte si compie, nasce, vive, ogni volta che la si fruisce, proprio come la musica di questo indimenticabile concerto.