02 DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Gv 1, 35-42 In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?».

Gli risposero: «Rabbi – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Commento di don Gigi Pini (1950-2023)

“Cercasi”. Avviso che si trova spesso sui giornali, sui muri, su qualche tram...c’è sempre qualcuno che cerca qualcosa. “Vendesi”, è il cartello gemello che si trova perché c’è sempre qualcuno che offre qualcosa. Chi cerca e chi vende: credo che sia così anche per noi. Cerchiamo qualcosa o qualcuno che ci faccia stare bene, che ci riempia le giornate, che ci faccia sentire importanti e siamo pure disposti a “vendere” tutto pur di trovare quello che “cerchiamo”, siamo disposti a vendere il cuore e la testa. Lui, il Cristo, lo sa e allora è proprio Lui a fare la domanda: “Che cercate? “. Lui conosce la mia fame e sete e gioca d’anticipo. Lui però non vende niente, ci chiede semplicemente “cosa cerchiamo”! A noi tocca capire e dire, chiaro e forte, che cosa stiamo cercando davvero, dirlo senza paura e senza falsità… ma forse non sappiamo bene neppure noi, forse è solo qualcosa di confuso e di precario o qualcosa di vago e lontano. Non importa, Lui continua a chiedermi che cosa sto cercando nella vita e dalla vita. Il Cristo ha la risposta giusta che non assomiglia per niente a quella dei “venditori nostrani”: Lui ci lancia l’invito ad “andare e vedere”. Ancora una volta è un invito a non rimanere fermi sui nostri rimpianti o sulle nostre nostalgie o sulle nostre sicurezze. L’invito è a “camminare” per “vedere”: si “vende” e si “compra” nulla a scatola chiusa, e non c’è neppure chiesta una fiducia immediata e cieca (già per Sua Mamma era stato cosi “...rimase turbata… com’è possibile?). Vuole che vediamo! L’eucaristia è una validissima opportunità per “andare a vedere” perché è il sacramento dell’incontro con Lui che si fa Pane dell’anima. Ogni domenica posso vedere, sentire e rimanere con Lui…stare un poco con Lui. Buona vita allora e avanti, senza paura.