Quando s’andava a mangiare il pesce, Sergio. Alla tu mamma gli garbava tanto andà a mangià il pesce là, come ci si chiamava? Come era il ristorante? Come si mangiava. Te hai sempre scelto tutto giusto te. Tutto. Hai sempre avuto dei gusti, sempre avuto gusto anche nel mangiare, sempre le scelte giuste. Tutti prendevano il branzino, te lo ricordi? Noi si prendeva le triglie”.
Avete mai provato ad origliare una telefonata? Si possono ascoltare soltanto le parole di chi è presente, mentre bisogna provare a riempire da soli, per dare un senso al discorso, i pezzi di chi si trova dall’altro lato della cornetta. A guidare sono soprattutto le sensazioni che ci comunica chi viene “spiato”. Il tono della sua voce, le reazioni, la scelta delle priorità nei discorsi.
Nel prossimo appuntamento, Mutaverso Teatro ci chiede proprio questo: diventare detective emozionali per scoprire la vita di Sergio e della sua famiglia, immedesimarci nelle somiglianze o comprendere le differenze.
In scena il 14 marzo alle 21.00 al Piccolo Teatro del Giullare, è una produzione Kronoteatro e Scarti – Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione con il sostegno di Armunia Residenze Artistiche – Festival Inequilibrio. Dopo la visione, chiacchieriamo con la protagonista insieme a Michele Di Donato (KLP Teatro).
Sergio è un frammento minuscolo di una vita qualsiasi. Un monologo moderatamente brillante con qualche piccola impurità tendente all’opaco. È una voce sola in una scena vuota, quella di Francesca Sarteanesi (finalista Premi Ubu 2021, miglior attrice). Ma anche un dialogo intimo e affettivo tra un colloquio interiore e… “Scusami tanto Sergio, ma il sagittario non è mai contento. Se hai sposato un sagittario non è certo colpa tua”.