Sabato 27 gennaio, alle ore 18.00 presso il Museo-FRaC Baronissi, nell’ambito della mostra π¨ππΉπ°πͺπ¨π΅ πͺπΆπ΅π»π¬π΄π·πΆπΉπ¨πΉπ π¨πΉπ». ππ’ππ’, ππ’π¦ππ¨π₯π’ π ππ₯ππ«π’ π¬ππ π§π’. Opere dalla collezione di Mino Sorvillo , si terrà l’incontro dal titolo ‘Carthago delenda est. Dialoghi sull’Africa romana’: un approfondimento sulla città di Cartagine e sulla sua rilevanza archeologica.
Antica rivale di Roma nel Mediterraneo, anche grazie alle recenti ricerche su resti cristiani risalenti al IV secolo d.C. in quella che è l’attuale Tunisia, Cartagine si conferma come tangibile e straordinaria testimonianza della cultura romana in terra africana.
Il direttore del Museo-FraC Baronissi, Massimo Bignardi, dialogherà con gli archeologi Ilenia Tamburro e Umberto Pappalardo.
Ilenia Tamburro, specializzata in Archeologia classica presso l’Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove oggi è cultrice della materia in archeologia greca. Oltre alle attività di studio e ricerca storico-archeologica, lavora nell’ambito dell’archeologia preventiva come professionista di I fascia.
Umberto Pappalardo, archeologo di fama internazionale, già direttore degli scavi di Ercolano eprofessore presso l’Università degli Studi ‘Suor Orsola Benincasa’ di Napoli. Curatore di importanti mostre archeologiche in Italia e all’estero, nonché autore di significative opere scientifiche. Oggi intrattiene attività di docenza e collaborazione scientifica con l’Università di Tunisi.
L’esposizione π¨ππΉπ°πͺπ¨π΅ πͺπΆπ΅π»π¬π΄π·πΆπΉπ¨πΉπ π¨πΉπ». ππ’ππ’, ππ’π¦ππ¨π₯π’ π ππ₯ππ«π’ π¬ππ π§π’. Opere dalla collezione di Mino Sorvillo, curata dal Massimo Bignardi, è la prima sull’arte contemporanea africana in ambito campano e meridionale e presenta un’ampia selezione di dipinti e sculture realizzate da artisti contemporanei africani, appartenenti alla generazione che ha operato nel corso della seconda metà del XX secolo e primi del Duemila, unitamente ad un repertorio di oggetti, feticci, maschere della cultura dei popoli dell'Africa sub sahariana. Da un lato le opere di artisti contemporanei, dall'altro gli oggetti, gli idoli, le maschere provenienti dalla stessa collezione che tessono una sorta di trama comune, di dialogo tra il mondo dei miti, dei simboli posti a contatto con i segni della contemporaneità.
La mostra π¨ππΉπ°πͺπ¨π΅ πͺπΆπ΅π»π¬π΄π·πΆπΉπ¨πΉπ π¨πΉπ». ππ’ππ’, ππ’π¦ππ¨π₯π’ π ππ₯ππ«π’ π¬ππ π§π’ sarà in esposizione fino al 25 febbraio.