Sabato 23 settembre 2023, alle ore 21.15, nell’ambito della XXXVIII edizione della rassegna teatro “Barbuti Festival”, presso Apollonia Hub, in via San Benedetto, per la Notte dei Barbuti, diretta da Brunella Caputo, Progetto L’Ait presenta “Lido per mari unici”, scritto, diretto e interpretato da Francesca Morgante (ingresso 10 euro).
E’ estate. Lei, così si chiama la protagonista, trentenne di origini napoletane, ha avuto una giornata difficile. Si destreggia tra gli impegni del quotidiano, ed ha perso le tracce dell’uomo di cui è innamorata. Questo evento diventa la goccia che fa traboccare il vaso delle inquietudini. Raggiunge la nonna a casa e lì si addormenta.
In sogno rivive gli incontri più significativi della sua crescita: alcuni molto esilaranti, altri significativi per altre questioni. Questi personaggi hanno a che fare, nella sua mente, con l’estate. Lei, infatti, è il lido, la spiaggia, bagnata da più mari: incontri, azioni, ricordi, esperienze. Passato e presente le si ripropongono in sogno come peperoni durante la digestione. Un viaggio nell’inconscio tra tenerezza e scoperte, estati indimenticabili, incontri che scuotono, frammentano. Tutto respira da un’altra prospettiva mentre lei, tra un tuffo e l’altro, sembra non respirare più per il dolore. Nel momento stesso in cui sta per mollare, circondata dalla gabbia d’oro che le hanno costruito intorno, il sogno interviene a salvarle la vita. Lido per mari unici è un coro tragicomico messo in battuta da un solo corpo. La narrazione traccia un confine tra il quotidiano/reale e il sogno/immateriale. Non è un caso che la protagonista abbia un contatto con la nonna poco prima di addormentarsi: il sogno, infatti, nella sua messa in scena ‘distorta’ e apparentemente confusa, prende vita proprio dalla nascita, dalla famiglia e dall’infanzia. “Il sogno – scrive Morgante nelle note di regia - mi suscita molta fascinazione, soprattutto per quella che io spesso vivo sognando, ovvero per la sovrapposizione di eventi, suoni e parole stratificate tra inconscio e quotidianità. Secondo questa modalità di sovrapposizione, ho creduto di strutturare il lavoro,
facendo parlare i personaggi (una decina fra coprotagonisti e comparse), che si avvicendano dall’inizio alla fine del racconto. Mettendo in scena ‘il sogno’ della protagonista ho intrapreso un’indagine analitica di stampo psico-filosofico. Oltre che Freud, per ciò che rievoca la ‘confusione’ del sogno, ho trovato molto calzante e ispirante la visione di S.Resnik. Nel suo “Il teatro del sogno” S. Resnik contestualizza il sogno come un allestimento teatrale, una vera e propria rappresentazione in cui ‘attori’ sono elementi concreti e fantastici connessi, in qualche modo, alla realtà: L’uomo è natura onirica. Il sogno è una realtà profonda e latente, che circonda la veglia con la sua presenza insieme fantastica e concreta. Per questo la strada per eccellenza che porta l’uomo a ritrovare la sua essenza è quella del sogno.”