Carneluvaro mio" a Cosentini di Montecorice, una serata dedicata al  Carnevale

Una serata all'insegna della cultura e del divertimento quella che si è svolta il 17 agosto sulla piazza di Cosentini, frazione collinare del Comune di Montecorice. Una scommessa vinta quella di Associazione Euphòria che ha deciso di organizzare una manifestazione legata al Carnevale nel mese di agosto.

Alla presenza del Sindaco e di un nutrito pubblico, interessato e attentissimo, la piazza del borgo si è popolata di maschere, suoni e voci del Carnevale di una volta. Le Spose, il Cardalana, la Morte, il Confessastelle (il Vescovo) e tanti altri hanno fatto il loro ingresso al suono dei tamburelli, interagendo col pubblico e "disturbando" la serata con i loro interventi a sorpresa. "Sono questi gli eventi che vorrei mettere in un cartellone di eventi del Comune - ha detto il Sindaco, Flavio Meola. "Un cartellone che sia identitario, della nostra identità. Eventi come questo, legati alle nostre tradizioni possono richiamare e sicuramente richiameranno visitatori". Presente ed entusiasta dell'iniziativa anche Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio regionale della Campania, che nel suo saluto ha espresso grande attenzione per manifestazioni come questa, e apprezzamento per "il lavoro che Associazione Euphòria sta facendo, di consapevolezza e salvaguardia dell'identità di questo territorio". Ospiti della serata Osvaldo Marrocco, tra gli organizzatori del Carnevale del vicino San Mauro Cilento, e Pasquale Martucci, sociologo con alle spalle anni di ricerca e studi sulle tradizioni e l'identità cilentana. "Noi non dobbiamo pensare che il Carnevale appartenga alla nostra nostalgia, - ricorda Marrocco, raccontando analogie e differenze col Carnevale sammaurese, - il Carnevale è la nostra storia". Con l'intervento di Martucci si passa invece ad analizzare quanto il Carnevale sia lo specchio della società e come le sue maschere, con le relative caratteristiche, siano rappresentazione di vita vissuta. "Le maschere si muovono nel contesto di una vita popolare che ha inizio già nel Quattrocento e si protrae fino agli ultimi decenni del Novecento", spiega Martucci. "Una cultura popolare che caratterizzava tanto il nobile quanto il contadino, tanto il colto quanto l'ignorante". Momento di emozione con l'intervista ad alcuni degli anziani che hanno contribuito con i loro racconti alla ricostruzione della manifestazione tradizionale. "Loro sono le nostre fonti - ribadiscono gli organizzatori, - e sono fondamentali, perché senza di loro niente del lavoro fatto in questi mesi sarebbe stato possibile". Il recupero della memoria e l'interazione tra generazioni sono i motori che muovono le iniziative di Associazione Euphòria. La serata si è poi chiusa tra risate e divertimento con la rappresentazione della Ballata di Zeza, momento centrale della manifestazione carnevalesca, prima di un momento di convivialità con dolci, vino e polpette per tutti. L'Associazione Euphòria e "Carneluvaro mio" danno l'appuntamento al prossimo febbraio con la ripresa della tradizionale mascherata.