Far incontrare gli studenti che stanno per terminare il percorso accademico e le imprese del settore biotech, raccontare il valore del biotech, comprendere le sfide della società moderna in termini di salute e sviluppo sostenibile e approfondire i temi della formazione e delle professioni del futuro nelle imprese del settore.
Questi gli obiettivi di 'Biotech Future: competenze e opportunità nel settore', evento promosso da Assobiotec-Federchimica e dall'Università degli Studi di Napoli Federico II che si è tenuto oggi nella sede del Dipartimento di Farmacia. Oltre 500 gli studenti che hanno partecipato, tra universitari e degli ITS campani, e una ventina di aziende presenti.
"Le biotecnologie, in particolare in Italia, vivono un momento molto positivo perché grazie al Pnrr ci sono risorse ingenti - ha detto il rettore dell'Ateneo federiciano, Matteo Lorito -. Abbiamo la possibilità di far valere la creatività italiana perché, dobbiamo ricordare che un biotecnologo è qualcuno che riesce a comprendere i meccanismi della vita e a utilizzarli in maniera nuova e innovativa per migliorare la vita delle persone, dalla salute alla sostenibilità ambientale al cibo. I campi di applicazione sono infiniti ed è un ambito in cui qui abbiamo una formazione d'eccellenza: alla Federico II abbiamo la Farmatech Academy, la prima in Italia, così come è un'eccellenza il nostro Dipartimento di Farmacia".
L'iniziativa, realizzata nell'ambito del programma per la Giornata nazionale del Made in Italy, che si celebra il 15 aprile, ha rappresentato un importante momento di contatto tra i giovani e le imprese biotech e biopharma ed anche un'occasione per far comprendere che cosa significa oggi lavorare in un'azienda biotecnologica il cui operato può trovare applicazioni in molteplici settori che spaziano dalla salute all'agricoltura, dall'ambiente all'industria.
"È importantissimo mettere in contatto il mondo dell'industria e il mondo delle Università - ha sottolineato Federico Viganò, componente Consiglio presidenza Federchimica Assobiotec - sia per dare agli studenti la possibilità di caprie quali sono le opportunità del mondo del lavoro e, dunque le necessità formativa che devono seguire per essere competitivi, sia per le imprese che così hanno l'opportunità di scoprire talenti".
Uno studio predittivo sui trend occupazionali delle professioni del settore biotech italiano, presentato nel corso della giornata e realizzato da EY e Assobiotec - Federchimica, evidenzia come nel medio periodo la domanda di lavoro sarà in crescita per circa il 61 per cento delle professioni del settore biotech e che per oltre il 60 per cento di queste si stima anche un aumento delle difficoltà di reperimento di profili da parte delle imprese.
"Il ministero del Made in Italy ha inserito tra le eccellenze italiane anche il mondo delle biotecnologie e del biopharma - ha evidenziato Angela Ianaro, docente di Farmacologia e deputato - e questa giornata è stata il frutto di un impegno collettivo. C'è ancora un gap da colmare per quanto riguarda le risposte da dare per il futuro dei nostri ragazzi e c'è dunque la necessità di una forte connessione tra il mondo del sapere e quello del fare, tra accademia e impresa. In questi anni abbiamo assistito al progressivo incremento della domanda di professioni ad alta specializzazione specifiche del comparto e i dati presentati oggi da EY ci confermano che la continua evoluzione del settore non solo sosterrà questo trend, ma porterà importanti trasformazioni delle competenze con crescente difficoltà da parte delle imprese di reperire profili biotech sul mercato".
E proprio per avvicinare Università e mondo del lavoro, il Dipartimento di Farmacia della Federico II sta incrementando i tirocini che si svolgono non solo nei laboratori di ricerca, ma direttamente in azienda e allo stesso tempo sta promuovendo incontri studenti-imprese al fine di legare al meglio la formazione alle esigenze del mercato.
"L'evento ha registrato il sold out - ha concluso Angelo Izzo, direttore del Dipartimento di Farmacia - e si inserisce nell'ambito di quelle iniziative che noi chiamiamo di orientamento in uscita perché finalizzate a far comprendere ai nostri studenti quali sono le competenze richieste, quale è il modo di approcciarsi al mondo dell'industria, quali sono le possibilità di crescita professionale in relazione alle proprie ambizioni personali”.