Da sabato 15 febbraio Giuseppe Plaitano ritorna con una mostra dedicata a Viviani dal titolo RAFFAELE VIVIANI: LA MASCHERA allestita nello Spazio Arte del foyer del TK di Castellammare di Stabia a completamento della proposta artistica e culturale “Nel segno di Viviani” ideata e condotta da Casa del Contemporaneo. Le immagini selezionate - 10 in tutto - sono tratte dall'Archivio storico Giuseppe Plaitano, posto sotto la tutela del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
La mostra comprende 6 delle 8 espressioni come la gioia, la riflessione, lo spavento e il sorriso. “Raffaele Viviani in ogni dramma e commedia seppe trasfondere un’umanità infinita - riferisce Plaitano nella biografia redatta su Viviani - I suoi personaggi, forgiati con sottile ironia popolare, nella cruda realtà, attraverso il vero, talvolta deformato in grottesco, arrivavano alla rappresentazione della sua realtà”. Da grande uomo di teatro e regista esigentissimo, Viviani aveva infatti fissato compiutamente non solo nel testo scritto, ma anche nelle didascalie e nella presentazione dei personaggi, la sua opera creativa. Egli odiava ogni forma di faciloneria e di improvvisazione.
Quando nel 1938, a sei anni dal debutto al teatro Piccinni di Bari de “L’ultimo scugnizzo”, uno dei testi più famosi anche per l’intensità de ‘A rumba d’’e scugnizze, fu realizzata una riduzione cinematografica, la critica fu molto severa con Viviani. Il manifesto originale che - insieme a quello del suo ultimo lavoro “O vico” - pure sarà presente nello spazio di via Allende ricorda al pubblico che “quest’ultimo scugnizzo è proprio Raffaele Viviani: grande attore, senza dubbio e costituzionalmente un dialettale, che non deve tradire la sua natura”.
Completano l’allestimento alcune foto autografate, che attestano il successo di Viviani presso il grande pubblico nonostante fosse pesantemente ostacolato dalla Direzione dello Spettacolo, ovvero dalla politica linguistica deliberata dal regime fascista, che voleva l’eliminazione delle lingue straniere (e dei dialetti) dal parlato e dai luoghi pubblici, a favore della lingua italiana.
Resta allestita sempre nel foyer del teatro l’opera dell’Associazione Stabiese dell’Arte e del Presepe “O vico d’’e guagliune”, scenografia di Antonio De Martino, con pastori di altro autore, che riprende Largo Pace e l'arco che dà su via Santa Caterina, ispirata ad un quadro del Maestro stabiese Umberto Cesino.
La mostra ed il presepe sono visitabili, gratuitamente, in orari di apertura botteghino, il martedì e il sabato (ore 17>19) e il giovedì (ore 10>12) e nell’ora precedente l’inizio degli eventi in sala.