È atteso anche il Sindaco di Napoli, prof. Gaetano Manfredi, per il gran finale della VII edizione del Festival IL MONDO SALVATO DAI RAGAZZINI, in programma venerdì 25 ottobre 2024 al Teatro Nuovo nel cuore dei Quartieri Spagnoli (via Montecalvario 16), con una giornata fitta di eventi e di emozioni condivise, tra mattina e pomeriggio.
Dalle 10.30, si parte con una matinée alla presenza di 250 ragazze, ragazzi, prof e dirigenti delle scuole di Napoli e un ospite d’onore, Massimo Manzi, figlio del “Maestro d’Italia” Alberto Manzi (1924 / 1997) che dopo aver inaugurato, il pomeriggio precedente − nella Sala Torquato Tasso dell’Archivio di Stato di Napoli, dove resterà aperta fino al 16 novembre − la mostra di Alessandro Sanna in omaggio al padre, assiste ora alla prima partenopea dello spettacolo musicale per famiglie “Orzowei” di e con il Garilli Sound Project: clou del sodalizio tra il festival napoletano Il mondo salvato dai ragazzini e il festival itinerante LibrOrchestra, in collaborazione con il Centro Alberto Manzi di Bologna.
Nuovi significativi partenariati, per la VII edizione dell’originale progetto/premio di Reading Literacy e letteratura giovanile curato dall’Associazione culturale Kolibrì, sin dal principio in sodalizio con storici partner nazionali come Andersen e Agita, che si avvale quest’anno del patrocinio del Comune di Napoli, con il sostegno del main sponsor BPER: sponsor e con un contributo della Fondazione Banco di Napoli.
«Il mondo salvato dai ragazzini – commenta il Sindaco Manfredi – fa pensare al futuro. È un festival che genera relazioni e percorsi di confronto e dialogo intergenerazionali. Un laboratorio educativo, sociale e culturale che coinvolge i ragazzi e le ragazze, le scuole e le famiglie, il settore educativo, le associazioni, le istituzioni. È un inno alla lettura e alle potenzialità dell’accesso ad un patrimonio librario eterogeneo e che, ogni anno, affronta un tema differente. Il tema di quest’anno è molto interessante: “Ferite, feritorie & fughe fantastiche”, più che attuale, richiama il concetto di fragilità, la sensazione - tra i più giovani - di frattura generazionale e di incertezza rispetto al futuro», aggiunge il Primo Cittadino. Che conclude: «Come Amministrazione, abbiamo fortemente puntato sul settore, attraverso il Patto per la Lettura, in termini di promozione della lettura e di sviluppo di buone pratiche condivise. Nel farlo abbiamo considerato il tessuto sociale della nostra città, le esperienze maturate sul territorio e il suo patrimonio espressivo. In questa prospettiva, la lettura è uno strumento non soltanto di crescita, ma di cura e relazione tra le persone e, soprattutto, di sviluppo del pensiero critico, di conoscenza e di benessere personale e collettivo».
Gli fa eco la direttrice artistica del progetto Il mondo salvato dai ragazzini, Donatella Trotta, giornalista, autrice, formatrice e presidente dell’Associazione Kolibrì: «‘È più facile costruire bambini forti che riparare uomini rotti’, diceva profeticamente l’afroamericano Frederick Douglass nel XIX secolo: nell’anno del centenario di Alberto Manzi, Maestro di empatia, prende le mosse da questa consapevolezza la nostra scelta di un tema provocatorio, ispirato dall’attuale emergenza educativa (e disagio giovanile) e sviluppato, da gennaio a ottobre, con un collaudato percorso (in)form/attivo, trasformativo e performativo di educazione alla lettura creativa, al fianco di scuole e famiglie. Un itinerario di disseminazione di buone prassi che consolida l’unità tra Sud e Nord del Paese su un ponte di (bei) libri per ragazzi: con un approccio transdisciplinare ad una Reading Literacy che intreccia tutti i linguaggi e i generi della letteratura e delle arti per potenziarne il ruolo sociale, a ogni età, nel paradigma dello sviluppo umano per un Welfare culturale in cui proprio la lettura è tra i determinanti sociali della salute».
Ne sono testimonianza concreta le autrici e gli autori dei quattro libri vincitori della VII edizione del Mondo salvato dai ragazzini, che saranno premiati in una vivace cerimonia condotta, sempre venerdì 25 ottobre dalle 17.30 al Teatro Nuovo, da Massimiliano Foà: Sante Bandirali, scrittore, musicista, traduttore ed editore, autore con le immagini di Gloria Tundo del potente albo illustrato Per mano (Uovonero), ispirato dalla emblematica storia vera di Paul Wittgenstein, pianista di talento e di successo mutilato di un braccio in guerra; Francesca Bonafini, scrittrice versatile per adulti e ragazzi, autrice del romanzo corale di formazione La strada ti chiama (Sinnos) che prende le mosse dall’adolescenza del direttore d’orchestra franco-canadese Yves Abel nella Toronto multietnica degli anni ’70; Simone Saccucci, pedagogista, cantastorie e narratore che nel romanzo L’ultima ferita (Edt Giralangolo) intreccia con sapienza fiabesco, fantastico e attualità nelle ansie di una generazione fragile e spavalda; e la poetessa e scrittrice Silvia Vecchini, che con il fumettista, illustratore, antropologo culturale e sceneggiatore Antonio Vincenti, in arte Sualzo, firma l’avvincente graphic novel edita da Il Castoro Le parole possono tutto, in cui la sapienza antica dell’alfabeto ebraico e il mito del Golem irrompono nella quotidianità di una ragazzina ferita dalla vita.
Ad accompagnare la festa di premiazione che sarà seguita − alle 18.30, sempre al Teatro Nuovo − dallo spettacolo finale Ri/generazioni (output della Masterclass musicale intensiva di e con Elisabetta Garilli e il suo Atelier, condotta dal 21 al 23 in Archivio di Stato a Napoli assieme alle ragazze e ragazzi di I, II e III F dell’I.C. a indirizzo musicale Volino Croce Arcoleo del Borgo Vergini), la stessa Garilli con sue musiche e canzoni originali, interpretate dalla voce della giovane cantante lirica Maria Cristina D’Alessandro.
Una giornata conclusiva che suggella un percorso annuale, nel segno della condivisione e di un impegno consolidato negli anni che Barbara Schiaffino, direttore responsabile del mensile di letteratura per l’infanzia Andersen, operatrice culturale, membro della Commissione permanente editori per ragazzi di AIE‐Associazione Italiana Editori e storica sodale di Kolibrì, definisce «Un lavoro di sinergia, visioni e metodologie in comune, che ha il proprio perno nella valorizzazione di una educazione alla bibliodiversità per incrementare, attraverso la lettura creativa − strumento prezioso per mettersi in relazione con l’infanzia e l’adolescenza − processi di partecipazione attiva. Attraverso la scelta di autori, illustratori, testi e case editrici capaci di intrecciare con pensiero divergente linguaggi, stili, registri e visioni differenti – prosegue Schiaffino − dal quarantennale osservatorio del Premio Andersen-Il mondo dell’infanzia, all’officina pluriventennale di progettazioni e ricerc/azione di Kolibrì tutti i vincitori diventano così, anno dopo anno, ambasciatori di una cultura dell’infanzia come patrimonio dell’umanità: in controtendenza rispetto a comportamenti divisivi di un mondo sempre più conflittuale, l’unità di intenti tra Genova e Napoli ci sembra un paradigma di collaborazione attiva, relazioni e legami autentici che può contribuire a trasformare, possibilmente in meglio, le mentalità e l’immaginario collettivo. A partire dai più piccoli».
La chiusura del progetto 2024 di Kolibrì diventa così paradigma di un “pensare per agire” tra persone che Elisabetta Garilli chiama “equilibristi dei sogni”: «Chi investe azioni quotidiane nella cultura, nell’educazione e nella volontà di far nascere nuovi pensieri nelle giovani menti dei ragazzi è un equilibrista perché, passo dopo passo, sopra una fune tesa, spesso senza rete, continua un instancabile cammino per raggiungere la scuola e molte scuole, un teatro e molti teatri, una città, molte città, e per coinvolgerle in questo cammino», spiega la musicista, compositrice, autrice e didatta. Lo conferma Loredana Perissinotto, regista, attrice, autrice e formatrice, Presidente di Agita, Associazione nazionale per la promozione della cultura teatrale nella scuola e nel sociale: «Agita condivide, in piena sintonia con gli obiettivi del progetto interdisciplinare di Kolibrì, i punti salienti di una maieutica della formazione e dell’apprendere anche a scuola, in famiglia, nella società: dove il fare creativo-espressivo può essere la metodologia trasversale, accogliendo anche le potenzialità tecnologiche». Per l’artista e formatrice veneziana infatti «Le giovani generazioni hanno bisogno di contatto, di bellezza, di desideri e, soprattutto, di formazione... anche degli adulti: adulti consapevoli − non distratti e voraci come gli orchi e le streghe delle fiabe − che devono imparare a collaborare, a ibridare i loro saperi e competenze, se l’obiettivo condiviso è il ben-essere all’interno di una Comunità Educante Il Teatro, spazio/tempo dello sguardo, luogo d’incontro e di comunità, resta un linguaggio potente per il suo farsi e darsi in presenza, in connessione reale». In tale ottica «il laboratorio teatrale svolto in ambito educativo, partendo da hic et nunc spinge a guardarsi negli occhi, riconoscersi, dialogare, convenire sulle regole; stimola il confronto dei punti di vista nel gioco e nella finzione del “mettersi nei panni di”; va in controtempo nel rispetto “testa-cuore-pancia” della persona, ne valorizza lo scoprire sperimentando e il risultato», conclude Perissinotto.