Autori e autrici, accanto a scuole, studenti e docenti protagonisti di letture cre/attive, performative e trasformative attraverso i molteplici linguaggi delle arti sono al centro del quarto giorno del Festival Il mondo salvato dai ragazzini: settima edizione del progetto/premio curato dall’Associazione culturale Kolibrì in partenariato con Andersen e Agita e, quest’anno, anche con il Festival itinerante LibrOrchestra e il Centro Alberto Manzi di Bologna grazie al centenario del “Maestro d’Italia”, che coincide anche con il primo secolo di servizio pubblico radiotelevisivo ampiamente usato da Manzi, pioniere dell’alfabetizzazione transmediale di un milione e mezzo di italiani e delle popolazioni dell’America Latina.
Lo testimonierà, a Napoli, il figlio Massimo Manzi, pittore, illustratore, graphic designer editoriale tra gli ospiti d’onore di questa edizione del progetto.
Giovedì 24, dalle ore 11, si inizia in scena al Teatro Nuovo con le comunità educanti che hanno partecipato al percorso formativo, trasformativo e performativo sui libri vincitori (Per mano di Sante Bandirali, Uovonero; La strada ti chiama di Francesca Bonafini, Sinnos; L’ultima ferita di Simone Saccucci, EDT Giralangolo; Le parole possono tutto di Silvia Vecchini e Sualzo, Il Castoro), rivisitati, attraverso i laboratori di teatro educazione condotti nelle scuole dai tutor di Agita, con una restituzione educativa collettiva liberamente ispirata dai testi selezionati da Kolibrì e Andersen per la loro attinenza al tema di approfondimento scelto dal progetto Il mondo salvato dai ragazzini per il 2024: «Ferite, feritoie & fughe fantastiche». Alla presenza in platea di tutti gli autori vincitori, sul palco con le ragazze e i ragazzi della Sms Carlo Poerio, l’IC Russo Montale e il liceo Giambattista Vico di Napoli anche i giovanissimi ospiti del laboratorio di teatro educazione Domus Artis di Roma, con il loro educatore Fabio Barbetta.
Nel pomeriggio, mentre l’ensemble del Garilli Sound Project prova lo spettacolo musicale per famiglie «Orzowei», in programma la mattina di venerdì 25 (prova generale aperta, dalle ore 17 sempre al Teatro Nuovo, a studenti di atenei, Accademie d’arte, Conservatori di musica, licei a indirizzo musicale), in omaggio a Manzi nel centenario della sua nascita − e momento clou del sodalizio tra il Festival itinerante LibrOrchestra dell’Atelier Garilli e Il mondo salvato dai ragazzini di Kolibrì −, sempre in collaborazione con il Centro Alberto Manzi di Bologna si inaugura, alle ore 17.30 nella prestigiosa sede dell’Archivio di Stato di Napoli, la mostra «Alberto Manzi in 13 disegni», illustrazioni del grande artista Alessandro Sanna che ha dato poeticamente vita ai verbi educ/attivi del “Maestro d’Italia”, rivoluzionario pedagogista, divulgatore scientifico, antropologo e attivista culturale.
Al vernissage sarà presente il figlio di Manzi, Massimo, pittore e graphic designer, testimone dell’eredità culturale e pedagogica ancora attuale di un padre che non a caso Massimo Manzi ricorda, e definisce, come un “maestro del fare”. Come ha rivelato in una intervista a «Il Mattino» del 4 maggio 2024: “Mio padre, per me, prima che maestro era uno scrittore. Un narratore. Senza alcuna dicotomia, nemmeno tra natura e cultura, discipline umanistiche e mondo scientifico. Un uomo che vedeva l’insegnamento come un atto narrativo, volto a stimolare curiosità, dunque domande e dialogo che nascono anche dalle risposte sbagliate, dagli errori. La fantasia e l’immaginazione erano per lui motori di ogni didattica, di ogni scoperta. È stato un padre attento, ma senza smancerie perché era riservato, rigoroso nei suoi princìpi etici non negoziabili, a partire dal rispetto dell’altro”. Una lezione preziosa e necessaria, per il presente.