Un titolo esplicito, la formula chimica del Testosterone, per un’opera che si interroga sull’essere un uomo, oggi. A cura della Compagnia Lidi Precari nata all’Accademia “Silvio D’Amico”, vincitore del Premio InCorti da Artemia 2023, “C19H28O2 (o come avere le palle)” di Riccardo Rampazzo, con Leonardo Cesaroni, Paolo Sangiorgio e Sara Younes ospite del Teatro Serra di Napoli, dal 15 al 17 marzo (venerdì ore 21:00, sabato ore 19:00, domenica ore 18:00). Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., 347.8051793.
"Prendo, sbatto, taglio, tolgo, butto". In una piccola imbarcazione alla deriva, due pescatori lavorano forsennatamente pulendo il pesce raccolto nel corso della notte, durante un viaggio oltre i confini noti, alla ricerca di una creatura mitologica che possa renderli competitivi, in un mercato sempre più aggressivo e risollevare le loro sorti. «Siamo consapevoli di aver scelto un titolo complicato, per un testo che cerca di affrontare, con ironia e profondità, il senso dell’essere un maschio in quest’epoca – dice l’autore – In mezzo alle acque desolate, emergeranno tutte le insicurezze e i tabù della mascolinità e i mostri in cui questi uomini si imbatteranno, saranno molto più personali, che naturali».
La pièce – che propone una rappresentazione del maschile oscura, ma non priva di spiragli – è un dramma musicale con canzoni e suoni in diretta, nel quale l’incessante azione degli interpreti, che intervenendo in prima persone anche su luci ed effetti video, esplicita la radicata convinzione dei personaggi che, nell’inesauribile pratica del lavoro, giaccia la loro essenza: «la loro “mascolinità” si racconta anche attraverso la manualità, nella pratica del mestiere che solo loro, in quanto “uomini”, possono sostenere» dice ancora la compagnia. Poi l’imprevisto. D’un tratto, si sente un richiamo lontano, il canto di una Sirena, una voce di donna. Che fare? Catturarla o aspettare? Un dilemma, che scatena il conflitto tra i personaggi, divisi tra il renderla un oggetto, o innalzarla alla condizione di “donna angelo” da tenere sotto tutela. Attitudini ugualmente tossiche destinate a implodere, come il rapporto fra i marinai. Un’opera che indaga l’identità di genere per giungere alla conclusione che, forse, la mascolinità (come la femminilità) non esiste.