Le mie opere raccontano un percorso di risveglio”. E’ emozionato Marco Campanella, mentre si accinge a spiegare il senso di “Crisi e Rinascita” la mostra personale che si inaugura sabato 4 maggio alle 17 nella Cappella Palatina del Maschio Angioino di Napoli e che sarà visitabile fino al 2 giugno prossimo.
Qui, 460 anni fa, nelle carceri del castello - a pochi metri dalle sue opere - fu imprigionato e sottoposto a tortura il suo avo, Tommaso Campanella, accusato di eresia. “I giorni scorsi – afferma – sono stati commoventi. E’ come se il Maschio Angioino restituisse qualcosa dopo la sua esperienza così drammatica”.
Nella Cappella Palatina l’artista espone 14 sculture in alluminio, bronzo, resina e terracotta che vanno dai 30 cm a un metro e mezzo di grandezza. “Il bronzo è il mio materiale preferito, lo trovo più potente del marmo – dice -. Con queste opere ho voluto lanciare un messaggio forte. Per me l’arte non ha alcun senso senza una finalità. Un’opera ti deve cambiare, non ti deve lasciare com’eri prima”.
Il visitatore viene accompagnato in un percorso – simile a un ‘rito di passaggio’ - in cui si passa da una condizione di guerra e conflitto a uno stato di risveglio della coscienza. Da “La guerra silenziosa al “Terzo Occhio” il visitatore viene guidato in un itinerario “in cui è necessario recuperare la solidarietà, la compassione e soprattutto il senso di comunità”
Perciò, oltre alle sculture, Campanella ha realizzato per questa mostra 180 ritratti fotografici, un’opera collettiva sul tema della Rinascita. Uomini e donne che hanno scelto di essere testimoni dell’urgenza di invertire la rotta e piantare i semi di un Nuovo Rinascimento. Gli scatti sono arrivati da molti paesi del mondo, con volti di tante persone con in mano un cartello con su scritto RISVEGLIO.
Marco Campanella è nato da una famiglia napoletana “importante”: dagli avi Tommaso Campanella, filosofo e visionario del ‘600, Emanuele Caggiano scultore della scuola ottocentesca napoletana e maestro di Vincenzo Gemito, fino a Michele Campanella pianista di fama internazionale.
La sua arte parte dal disegno. E’ suo il personaggio di Topo Tip, dieci milioni di copie vendute in tutto il mondo e tradotto in 35 lingue. Un personaggio diventato anche cartone animato in onda in Italia sui canali Rai e in altri 60 paesi.
Nello stesso periodo in cui crea Topo Tip, Marco Campanella si dedica con la stessa intensità alla scultura. Ed è sua l’opera di Madre Teresa di Calcutta nella piazza a lei intitolata a Napoli.
Con il progetto che presenta al Maschio Angioino (nella città nella quale si parla da sempre molto di crisi o da qualche anno di rinascita), vuole promuovere la presa di coscienza di quanto sia urgente un cambio di rotta dell’intera umanità, un “Risveglio” collettivo.
Ci troviamo di fronte a sfide mai viste prima nell’intera storia dell’uomo. Il nostro impatto sull’ecosistema ha portato la terra a un punto di non ritorno che, se non cambieremo subito rotta potrebbe rendere entro pochi anni la vita impossibile per i mammiferi e per la maggior parte di forme di vita vegetale. In pochi decenni, a causa dell’uomo, la fauna selvatica si è ridotta del 60%. La povertà crescente e le condizioni ambientali stanno provocando fenomeni migratori drammatici.