di Gennaro Savio
A Castellamonte, in Provincia di Torino, grazie all’impegno dell’Associazione Parkinsoniani del Canavese, da qualche anno a questa parte i malati di parkinson si sono letteralmente ripresi la loro vita. Grazie all’apertura di due palestre e alla disponibilità di altre strutture sanitarie, gli associati svolgono una marea di attività come nuoto, ginnastica orientale, ginnastica dolce e corsi di informatica oltre a svagarsi col gioco delle carte, della dama e degli scacchi.
A raccontarci questa che sembra una vera e propria favola moderna, è stato il fondatore e Presidente dell’A.P.C. Silavano Chiartano il quale, tra l’altro, grazie al ricavato della vendita del suo libro-fiaba dal titolo “Il piccolo Orco”, è riuscito a fare acquistare all’Associazione attrezzi ginnici speciali per un valore di oltre quarantamila euro. Nei primi anni – ci ha spiegato Silvano Chiartano – non siamo riusciti ad ottenere un granché ma dallo scorso anno siamo riusciti a far decollare le attività della nostra Associazione. Abbiamo ottenuto dall’ASL la possibilità di aprire una sede nell’ospedale di Castellamonte. Abbiamo due palestre, una di pilates e una di ginnastica assistita che è dotata di macchinari particolari che abbiamo acquistato all’estero con una spesa molto elevata che siamo riusciti a coprire grazie alla vendita del mio libro “Il piccolo Orco” che ci ha permesso di raccogliere oltre quarantamila euro. La ginnastica che svolgiamo è destinata ai malati di Parkinson con forti problematiche motorie e anche cognitive in quanto la terapia è stata abbinata a esercizi di logopedia e di fitness cognitivo con oltre trentacinque giochi. Due ore e mezzo alla settimana in due sedute che scorrono abbastanza velocemente e il tutto avviene con la collaborazione di oltre venti volontari. Abbiamo altre due palestre in cui si svolge ginnastica funzionale e ki kung. Probabilmente nel mese prossimo apriremo una nuova palestra e speriamo presto di aprirne una quarta ad Ivrea che sarà rivolta ai familiari dei malati di Parkinson affinché possano essere un po’ liberi e riposare. A Ischia per un breve periodo di cure e di relax, il signor Chiartano ha esortato le persone affette dal parkinson a non isolarsi e a non rinchiudersi tra le mura domestiche ma ad unirsi e reagire perché, così come hanno fatto loro a Castellamonte, possono ritornare a vivere, a fare sport e a svagarsi. “Voglio rivolgere l’invito ai malati di parkinson – ha affermato Chiartano - a non isolarsi e ad abbandonare il loro rifugio. Che cessi la paura e la vergogna perché questa malattia di paura e di vergogna non ne ha proprio bisogno in quanto è una malattia come un’altra”. Nel salutarlo abbiamo suggerito a Silvano Chiartano di scrivere il continuo della fiaba de “Il piccolo orco” da ambientare, però, sull’isola d’Ischia. “Perché no”, ha esclamato ridendo. Cosa aggiungere. Quello che dovrebbe fare lo Stato italiano sempre più assente nell’assistenza ad anziani e malati nonostante questi ultimi abbiano pagato un mare di tasse nel corso della loro vita, a Castellamonte lo fanno con grande successo e professionalità i volontari e i malati stessi dando, così, una lezione di organizzazione e di efficienza a quei rappresentanti istituzionali che dovrebbero favorirne l’assistenza giorno e notte e trecentosessantacinque giorni all’anno e invece li abbandonano vergognosamente al loro destino di isolamento e sofferenza.