GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
Mt 25, 34-46 Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno:
“Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Commento di don Gigi Pini (1950-2023)
A me personalmente più che ad un re, piace pensare ad un Padre…così come ce ne ha parlato il “re”, Gesù di Nazareth: un Padre che “ha cura di tutti i suoi figli “. Lo stesso Padre che “crea l’uomo e la donna a Sua immagine e somiglianza”, e poi s’ “inventa” l’Alleanza per “recuperare” il disastro combinato dall’uomo. Lo stesso Padre che corre incontro al figlio che torna a casa “pentito” e lo abbraccia e gli fa festa. Lo stesso Padre che “manda il Suo Figlio nel mondo” perché “vedano la Luce e abbiano la Vita Eterna”. A me piace pensare al Padre che ci ha “raccontato” il figlio, Gesù di Nazareth, e ci ha detto. “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore! Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore “. (Gv 15, 9-10) Gesù di Nazareth ha preso davvero tutto dal Padre…e nel suo abitare in mezzo a noi, non ha fatto altro che guarire, perdonare, risuscitare…Amare. Ed allora, più che ad un re, mi piace pensare ad un Figlio che è solo capace d’amare e che lascia le novantanove pecore al sicuro nell’ovile per cercare la “pecora smarrita”; che sa piangere per l’amico Lazzaro; che non ha “paura” di parlare con la samaritana; che diventa “pane” per non lasciarci morire di “fame”; che accetta di morire in croce per regalarci la “vita per sempre”; che ci manda lo Spirito Santo per non lasciarci “orfani”. Mi piace questo Figlio allora che ci ha lasciato questo “codice di comportamento” sul quale noi saremo giudicati; che ci ha indicato la “strada” perché anche noi fossimo in grado di guarire, perdonare e resuscitare…di fare quello che ha fatto Lui cioè. Egli non ha bisogno di “cortigiani” ma di persone libere e vere, di “amici” che, per “causa Sua”, vivono la storia e l’avventura di “essere Chiesa” e di provare a “salvare” questo piccolo-grande pezzo di Storia che noi abbiamo la fortuna di vivere…sapendo fin da subito che “ i miracoli”, in ogni modo, li farà Lui; ma sapendo, con altrettanta chiarezza, che l’incontro con Gesù di Nazareth passerà attraverso l’incontro con tutti quelli che hanno fame, sete, che sono nudi, ammalati, forestieri, in carcere…e, in giro, c’è una fame e una sete immensa d’amore, d’amicizia, d’ascolto; c’è un sacco di gente che si sente spogliata di tutto e persa nell’indifferenza e nel vuoto; c’è un sacco di gente che mi vive accanto e che ha bisogno di essere “accolta” e di sentire una mano che sa ancora “accarezzare” e “sorreggere”… A conclusione di queste domeniche proviamo a prenderci il tempo per “pregare” sui capitoli 14, 15 e 17 del Vangelo di Giovanni. La vita sarà davvero buona se avremo la fantasia e la grinta di seguire le Sue "Regole".