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XXXIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Mt 25, 14-30 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: un uomo, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. Ad uno diede cinque talenti, ad un altro due, ad un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.

Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito ad impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. (…)Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore(…) per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglieteli dunque il talento, e datelo a chi ha cinque talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti».

Commento di don Gigi Pini (1950-2023) 

Dopo aver abitato in mezzo a noi, il Signore Gesù è partito, è tornato a "casa" e ritornerà "alla fine dei tempi". Adesso è il tempo della Chiesa, è il tempo del "popolo nuovo" guidato dallo Spirito Santo. Siamo nel "tempo" per vivere fino in fondo la "vocazione" ricevuta nel Battesimo: quella di figli, quella di amici («Non vi chiamo più servi ma vi ho chiamato amici...»). Dall'Acqua e dallo Spirito abbiamo dunque ricevuto la "missione", quella missione che dobbiamo realizzare lungo la nostra vita. Non so quanti "talenti" possa avere ciascuno di noi... però so di sicuro che a ciascuno di noi almeno un "talento" ci è stato dato per realizzare la nostra "missione". È quello del "tempo"... i giorni, le settimane, i mesi, gli anni del mio vivere. È un talento importante perché è quello che mi fa esistere e che mi fa esserci "adesso". Cosa ne sto facendo allora del "mio tempo"? Dove e come lo sto "usando"? O dove e come lo sto nascondendo? Non ho nessuna scusa possibile da tirar fuori per giustificare un’eventuale incapacità di condividerlo con gli altri, con quelli che hanno bisogno in particolare... e la Parola di domenica prossima me lo dirà in modo chiaro e preciso! Non posso neppure pensare di tenermelo tutto per me: per i miei interessi, per il mio lavoro, per la mia preghiera, per la mia famiglia, per i miei amici, per il mio divertimento... perché in tutte queste realtà non ci può essere solo il "mio" ma ci deve essere anche il "loro" di tempo, e spesso succede che tutto funziona fino a quando "io" sono contento... perché quando qualcosa non gira per il verso giusto, allora scappo per "difendere" quello che ho paura di rischiare, il "mio tempo" appunto. Talento questo che è un dono che prende senso e colore invece solo quando lo so usare in una condivisione vera e sincera con chi vive il mio stesso talento. Solo allora "renderà"... per me e per gli altri. Il rischio di essere dei "fannulloni" impegnatissimi a "custodire" il proprio tempo... questo rischio è molto elevato, e oltretutto richiede anche molta fatica e molta fantasia, peccato che sia sterile e inutile. Ma alla fine il "Padrone del tempo" ce ne chiederà conto.