di CLEMENTINA LEONE
L’isola di Procida, per la sua particolare posizione geografica, nel corso dei secoli XV e XVI, subì numerose incursioni e distruzioni da parte dei saraceni. Nel 1535, un avvenimento segnò profondamente l’Abbazia e la vita dell’intera popolazione di Procida: il feroce pirata Barbarossa con una flotta impressionante giunse nelle acque di Procida e assediò tutti gli isolani, stretti nelle cinta di “Terra Murata” e…
…“quando essi a momenti temevano di cadere nelle mani barbare, ecco il celeste Principe sceso dal cielo in loro aiuto, fé vedere tutta la Terra Murata talmente cinta di fuoco, e vibrare fulmini e saette, che il Barbaro Corsale fu costretto non già salpare, ma rompere le gomene, e fuggire spaventato, e forse ripetendo “terribilis est locus iste“(N. Ricci). San Michele, da quel momento, divenne il patrono e protettore dell’isola. I procidani, per devozione e ringraziamento, fecero realizzare nel 1727 la splendida statua, in argento e oro, alla quale donarono preziosissimi oggetti devozionali, gli ex-voto quali la spada, lo scudo, la bilancia, il cimiero con 9 piume e tanti altri. Inoltre, sempre al Santo non solo viene attribuito il prodigioso miracolo del 1535 contro i pirati ma anche numerosi miracoli successivi: nel 1799 San Michele liberò l'isola dall'attacco di briganti napoletani; nel 1855 liberò l'isola da una grave siccità; nel 1866, 1873, 1893 salvò i procidani dal colera; nel 1883 salvò l'isola dai danni di un devastante terremoto.
San Michele viene festeggiato due volte all'anno: l'8 maggio, giorno del miracolo e il 29 settembre. La festività di settembre (festa degli Arcangeli Gabriele, Michele e Raffaele), prevede che la statua venga esposta dinanzi all'altare maggiore la sera del giorno 28, accompagnata da un rituale di canti e preghiere inneggianti il Santo. La mattina del 29, vengono celebrate due funzioni religiose e, al termine della seconda, si procede in una circoscritta processione nel borgo di Terra Murata. La statua di San Michele viene, infatti, portata dalla chiesa sino al vecchio mulino, in Piazza delle Armi, ed esposta dall'alto di questo: si racconta essere stato quello il luogo della sua apparizione nel 1535. I fedeli seguono la statua con bandiere, candele e dopo alcuni minuti di preghiera e raccoglimento, il sacerdote procede alla benedizione della terra e del mare. Tanti marinai, pescatori, dalla sottostante baia di Marina Corricella, salutano la santa statua con sirene e preghiere per ringraziare e chiedere protezione. Ma non finisce qui, guardando con attenzione sarà possibile scoprire i tipici Vefi, balconi coperti di origine araba. Altro borgo sospeso nel tempo a Procida è Terra Murata, il nucleo storico dove spicca il maestoso Palazzo d’Avalos. A 90 metri sul livello del mare, si presenta come un dedalo di viuzze e case addossate l’una all’altra con un panorama mozzafiato che abbraccia tutto il Golfo e le sue isole. Qui merita una visita anche l’Abbazia di San Michele Arcangelo, patrono dell’isola. Ovviamente, anche Marina Grande, la zona del porto principale, dove attraccano gli aliscafi e i traghetti da Ischia e dalla terraferma è bellissima, le casette multicolore sono vegliate dal Palazzo Montefusco, costruito nel XII secolo. Qui si apre anche l’anima turistica e commerciale di Procida, via Roma, dove spiccano negozi, boutique, botteghe di artigianato e interessanti testimonianze storiche e religiose come la Chiesa della Pietà dal campanile barocco. Ma non solo il centro di Procida, a 1,2 km dalla spiaggia della Chiaia e a 1,5 km dalla spiaggia della Chiaiolella, strutture spettacolari come ‘’Le Jardin’’, con un personale, professionale, sensibile, meraviglioso e accogliente, offre sistemazioni con il WiFi gratuito e un giardino con terrazza e vista sulla città dove potersi lasciare abbracciare e coccolare da spettacolari tramonti.