Il Sacerdote e la sua missione - IV Domenica di Pasqua (B) | Giobbeling

IV^ DOMENICA DI PASQUA- 25.04.2021

Gv 10, 11-18 In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.

Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio». Commento di don Gigi Pini Percorrendo le nostre strade, ci si imbatte subito in mille cartelli che indicano e suggeriscono le varie direzioni da prendere: paesi, città, bar, musei, chiese, scuole, il Comune, il centro sportivo, i centri commerciali, gli alberghi, le abbriche... Trovi anche tante pubblicità che ti suggeriscono lo stile e il colore della tua vita, cosa bere, come vestire, le vacanze e le diete da fare, il divertimento, i saldi e le convenienze, la politica e i corsi…Noi che ci passiamo in mezzo, siamo gli “obiettivi mirati” di tutto ciò. Mille cartelli per dirci dove andare e che cosa fare della nostra vita... o forse, più semplicemente, per farci spendere il nostro denaro e “far girare l’economia”. In queste “logiche” arriva Lui, Gesù di Nazareth, che non si propone come l’ennesimo cartello bello e colorato, ma come una persona che vuole mettersi accanto nella nostra vita come “pastore”, e cioè “guida”, che ci vuol dire e far “vedere” la strada da percorrere, i sentieri verso i quali indirizzare il cuore e la testa senza farci del male. Lui, il pastore buono, in cambio non vuole assegni, caparre, anticipi…il Pastore buono, non lo fa per denaro; non fa neppure sconti, nessuna raccomandazione e nessun compromesso... non accetta scorciatoie, non ha voti da scambiare. Lui, il Pastore buono, in cambio dà la vita, tutta, fino in fondo, per amore, per farci star bene, perché il nostro andare nella vita abbia senso anche quando la strada è terribilmente in salita... anche allora Lui vuole essere il “Pastore buono” che ci sta accanto e ci dà la forza per andare avanti. Così come quando le cose vanno tutte per il verso giusto. Lui vuol essere il “Pastore buono” che ci aiuta a capire come il nostro star bene non possa rimanere tutto e solo per noi, ma deve diventare un tempo bello anche per gli altri che ci stanno accanto e, come noi, sono sulla “strada”. Gesù la Sua vita la regala davvero e noi, da adesso e per sempre, saremo dei “risorti”. Tutto questo si realizza bene nei Sacramenti: dal Battesimo (Sacramento della nuova vita di figli del Padre e fratelli suoi) all’Eucarestia (Sacramento della Parola e del Pane da mangiare per vivere). Tocca a me scegliere quale “cartello” o quale “persona” seguire. Buona vita e un grande e forte abbraccio. Ciao

È MOLTO BELLO RICEVERE E DIFFONDERE LA PAROLA DEL SIGNORE!