«Le richieste avanzate da Federalberghi e Fipe Confcommercio ai commissari straordinari del Comune confermano quanto vado denunciando da tempo: l’imposta di soggiorno a Caserta rischia di trasformarsi in una semplice gabella a danno dei turisti, senza un ritorno reale in termini di servizi e programmazione.
Giusto l'anno scorso nel mese di ottobre, Federalberghi e Fipe, all'amministrazione allora ancora in atto, avevano posto lo stesso identico appello, ed anche in quell'occasione avevo sostenuto la medesima posizione. Ci troviamo purtroppo allo stesso punto, senza alcun cambiamento.
Prima di pretendere tasse, la città dovrebbe garantire decoro urbano, sicurezza, trasporti efficienti e un’offerta culturale strutturata. Oggi, invece, la tassa di soggiorno appare come un’operazione di cassa, non come un volano di sviluppo. È legittimo chiedersi dove siano finiti i proventi fin qui incassati e come si intendano utilizzare per rilanciare la promozione del territorio.
Appoggio quindi la richiesta di chiarezza sugli introiti e di convocazione del Tavolo del Turismo. Caserta non può permettersi un altro Natale “a luci spente” o iniziative improvvisate all’ultimo minuto. Il marketing territoriale va gestito con una visione strategica che sappia destagionalizzare e valorizzare davvero le nostre eccellenze, dalla Reggia ai borghi, dalle piazze ai percorsi culturali.
Serve trasparenza e soprattutto coraggio amministrativo: non si può pensare che basti una tassa a rendere Caserta una città turistica. È necessario un cambio di passo, altrimenti continueremo a perdere occasioni preziose di crescita e lavoro.»