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Si inaugura sabato 26 ottobre alle ore 18:30, presso la galleria Nicola Pedana Arte Contemporanea, in piazza Matteotti 60 a Caserta, la mostra Apocalypse degli artisti: Antoni Abad 1956 Lleida, Spagna. Richard Garet, 1972 New York, America. Vittorio Messina 1946, Zafferana Etnea, Italia. Matteo Montani, 1972 Roma, Nunzio Di Stefano, 1954 Cagnano Amiterno, Italia Roberto Pugliese,1982 Napoli, Italia. L’esposizione dal titolo “Apocalypse” è a cura dello storico dell’arte Valentino Catricalà e rimarrà aperta fino a venerdì 6 dicembre 2019.

“La scelta – spiegata dal curatore” – Non viviamo in un’apocalisse? O, meglio, questa è la sensazione che ci circonda: quella sensazione di essere sul punto di vivere un cambiamento delle condizioni di vita dell’essere umano mai visto in precedenza. La nostra epoca si sta avvicinando a un modello sociale, economico e filosofico nuovo: un nuovo "atteggiamento ecologico". Un nuovo atteggiamento indagato come forza propulsiva dagli artisti in questa mostra, attraverso un ritorno di elementi naturali all’interno dei processi artistici e una indagine sulle nuove condizioni di esistenza dell’uomo.
Vittorio Messina, che da anni rappresenta il nascosto del nostro incerto abitare; o Nunzio, con i suoi legni bruciati e i suoi piombi da più di trent’anni indaga la linea sottile di separazione tra il forme e l’informe della materia naturale; Montani con i suoi orizzonti ideali; così come le sound art rappresentate da Roberto Pugliese e dall’artista americano Richard Garet; dalla Spagna, lo storico artista Antoni Abad con le sue fotografie sul linguaggio dei sordomuti che ci indica il non visibile della nostra interiorità nei confronti dell’altro.
Nessuno probabilmente più degli artisti si è reso conto di quanto instabile sia la nostra dimora in un'epoca di certo sviluppo tecnologico, controllo sui nostri corpi e geni, calcolo e matematizzazione dell'esistente. Un concetto molto semplice che, tuttavia, può diventare una vera energia rivoluzionaria se messo in contatto con la profondità delle nostre sensazioni. Con il loro aspetto dirompente, queste opere ci mettono di fronte a una posizione di frontiera, quella linea sottile che definisce l'abitazione come un costrutto razionale e civile; diverso dalla condizione animale senza forma, pre-razionale.