Al via oggi (ore 17,30) la Mostra bibliografica su “L’Illuminismo e l’Encyclopédie” presso la Biblioteca provinciale di Benevento.
A renderlo noto sono il dottor Nino Lombardi, Presidente della Provincia di Benevento, e l’avv. Giuseppe Sauchella, Amministratore Unico di Sannio Europa, Società in house providing della Provincia di Benevento che gestisce e promuove la Rete museale nel capoluogo sannita annunciando che l’iniziativa rientra nel progetto per le Celebrazioni dei 150 anni del Museo del Sannio (1873-2023).
La mostra si propone di offrire una panoramica sull’Illuminismo con un focus sulla sua opera più emblematica, ovvero “l’Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers di Diderot e D’Alembert”, vero e proprio manifesto dell’Illuminismo europeo e simbolo della nascita di un sapere critico e di una visione laica e moderna del mondo. L’Encyclopédie ancora oggi è considerata una delle fonti documentarie più autorevoli sul piano storico ed è un’opera fondamentale per gli argomenti scientifici, artistici e tecnici trattati.
Durante la visita “immersiva”, a cura del personale, i visitatori potranno ammirare alcuni esemplari risalenti alla prima ristampa italiana dell’opera, curata da Ottaviano Diodati e stampata a Lucca da Vincenzo Giuntini, tra il 1758 e il 1776. Saranno poi esposti alcuni volumi delle prime enciclopedie pubblicate in Italia: la prima traduzione italiana della Cyclopædia di Ephraim Chambers (l’opera che ha ispirato gli stessi Diderot e Dalembert), stampata a Napoli nel 1747 e la Cronologia universale, ovvero il volume introduttivo de La Biblioteca universale sacro-profana (1701-07), una delle prime enciclopedie moderne con le voci disposte in ordine alfabetico, opera incompiuta di Vincenzo Maria Coronelli.
L’Illuminismo ha portato a una vera e propria rivoluzione culturale che ha investito tutti i campi del sapere cambiando profondamente la storia dell’umanità.
Si parte dalle origini europee del movimento, per poi soffermarsi sull’Illuminismo in Italia, a Milano, Napoli, con una breve rassegna di illuministi nel Sannio.
Sarà esposto il più famoso dei giornali illuministi: “Il Caffè” dei fratelli Verri a cui collaborò anche Cesare Beccaria. Per quanto riguarda Napoli, il giornale simbolo è il Monitore, fondato da Eleonora Pimentel Fonseca, tanto famoso quanto raro, dal momento che, dopo la rivoluzione napoletana, chi ne veniva trovato in possesso rischiava la vita. In biblioteca si conservano diverse ristampe ma sarà esposta una preziosissima riproduzione manoscritta e coeva, ritrovata nel Fondo Manoscritti.
Ma in tanta luce non mancheranno tante ombre: le grandi contraddizioni tra le teorie illuminate e la loro reale applicazione. Poche le donne che hanno avuto l’opportunità di esprimersi e partecipare al progetto illuminista, non a caso Mary Wollstonecraft denunciò che l’emancipazione universale perseguita dai philosophe finiva per escludere metà della popolazione mondiale: quella di genere femminile.
La mostra presenta alcune delle donne che hanno faticato non poco per affermarsi e uscire dal solo ruolo di moglie e madre cui sembravano condannate da una millenaria tradizione.
Tra queste spicca la figura di Giuseppa Eleonora Barbapiccola, matematica e affiliata all’accademia degli Arcadi col nome di Mirista. Nella Biblioteca Provinciale è conservata una copia de I Principj della filosofia di Cartesio, tradotti dal francese da Eleonora, in una rara edizione torinese del 1722. Nella prefazione alla traduzione dei Principia scrive polemicamente: «Non vorrei che da prima incontrandovi Voi nel Titolo di questo Libro, e veggendo essere opera di una Donna, l’aveste alle Conocchie, a’ Fusi, ed alle Tele a Mandare…». Spiega, inoltre, di aver tradotto i Principia per condividere l'opera soprattutto con le donne, le quali sono più adatte alla filosofia degli uomini, come lo stesso Cartesio affermava nella sua famosa lettera in cui dedicava i Principia alla principessa Elisabetta di Boemia. Nel preambolo fornisce anche un resoconto delle conquiste delle donne nel corso della storia, citando, tra le altre, Dafne, Diotima, Trotula, la regina Cristina di Svezia.
Anche il Sannio ha avuto i suoi illuministi, da Giuseppe Maria Galanti ad Antonio Cocchi, per arrivare a studiosi oggi meno noti ma all’epoca di fama internazionale, come i fratelli Di Martino di Faicchio, elogiati anche da Voltaire. Nicola De Martino nel 1734 pubblicò un trattato sulle sezioni coniche che è tra le opere in mostra. Questo trattato, come molti altri, è dedicato a Faustina Pignatelli, principessa di Colubrano, già sua allieva. Quest’ultima studiò la matematica, la fisica, le scienze naturali. Il suo salotto divenne punto di riferimento culturale a Napoli, frequentato anche da molti studiosi stranieri. La sua fama aveva travalicato i confini tanto da essere apprezzata anche da Voltaire ed Emilie du Chatelet. Fu ammessa all'Accademia delle scienze di Bologna nel 1745. Tutti i suoi scritti sono andati perduti ma restano numerose lettere di illustri pensatori del suo tempo a testimoniare il prestigio raggiunto.
La mostra, che è corredata di un apparato iconografico che accompagnerà i visitatori nel percorso, resterà aperta fino al prossimo 15 febbraio rispettando i seguenti orari: dal lunedì al venerdì (ore 8,30 - 13,00) e il martedì, mercoledì e giovedì anche di pomeriggio (dalle ore 14,45 alle 17,45).
A tutti gli studenti che visiteranno la Mostra verrà donata anche una copia del primo numero de “Il Caffè”.