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Rocco Scotellaro, a 66 anni dalla morte vive il ricordo della sua lotta per  il riscatto dei contadini lucani - Basilicata24

Mostra fotografica, spettacolo teatrale, presentazione di un libro: un evento a 360 gradi per ricordare uno dei maggiori poeti ed intellettuali del meridione, a pochi mesi dal suo Centenario di nascita. All’interno della Masseria La Morella, dove circa un anno fa è stato inaugurato il primo Museo della Bufala e della Mozzarella del Sud Italia, domenica 30 ottobre, dalle ore 9.00, è stato organizzato un evento che si svolgerà in più momenti per ricordare il poeta Rocco Scotellato. 

In scena lo spettacolo teatrale “La Coda della Bufala”, a cura della Compagnia Arcoscenico. All’interno della Masseria sarà esposta una Mostra fotografica inerente a Rocco Scotellato, per rivivere alcuni dei suoi momenti più iconici attraverso diversi scatti fotografici. Presenti in masseria anche Antonio Palmieri e Luigi Zicarelli che hanno curato la prefazione del libro sul poeta meridionale, libro che sarà presentato durante la giornata. 

In occasione, sarà possibile anche effettuare una visita gratuita all’interno del Museo della Bufala e della Mozzarella e degustare alcuni dei prodotti e sapori tipici del luogo.

Biografia. Rocco Scotellaro (1923-1953) è stato uno dei maggiori poeti e intellettuali Meridionali impegnato nel vivo dei problemi sociali del primo dopoguerra. Animato da una forte carica morale ed ideale, profusa nella sua produzione letteraria e nell’impegno politico, ha assunto il valore emblematico delle lotte per il riscatto sia della “Civiltà Contadina” che dell’intero popolo meridionale. Maturò il suo pensiero nei drammatici anni 1943-1944 vissuti in Basilicata, terra di confinati politici come Carlo Levi, Manlio Rossi-Doria, Camilla Ravera, Emilio Sereni, Franco Venturi, Guido Miglioli.

L’incontro. Era il 3 settembre del 1953 su uno stradone tra Battipaglia ed Eboli, località Battaglio, un giovanotto dai capelli rossi, Rocco Scotellaro, trent’anni, politico - sociologo - romanziere - in giro per analizzare per poi scriverne della nostra realtà agricola, incrocia un giovane, Cosimo Montefusco, che sorveglia i suoi animali. Scotellaro è colpito dalla circostanza di come gli stessi ubbidissero ai suoi richiami. Prova ad imitarlo, ma senza successo. Da qui un dialogo che diventa intervista e scoperta dell’ancestrale mondo dell’allevamento bufalino. Ne esce fuori l’unica storia non lucana del suo “Contadini del Sud” che verrà pubblicato postumo nel 1954 da Laterza. 

Cosimo Montefusco, il bufalaro, è morto nel 1989. Siamo andati a ritrovare la sua famiglia, la moglie Nicolina e suoi due figli. Ci accolgono come fossimo parenti lontani che non vedono da tempo. Con gentilezza e garbo, contenti di vederci. Nicolina, la moglie, è una signora ottantaquattrenne dal sorriso gentile e con la mente di una ventenne ricorda Cosimo, di quanto fosse amante delle bufale tanto da considerarle quasi compagne di vita, e nel giorno in cui arrivò il camion per trasportare alcuni capi al macello ebbe un’accesa discussione con il proprietario delle stesse a cui chiese che se fosse morto avrebbe voluto essere seppellito con un pezzo di coda di bufala. 

Nel 2023 per Rocco Scotellaro ricorrerà il centenario dalla nascita (1923) ed i 70 anni dalla morte (1953).