Antonio Savio attorniato dalle nipoti e dalle pronipoti

di Gennaro Savio

Il 23 aprile 2024 mio zio Antonio Savio, fratello di mio padre Domenico, ha compiuto ottant’anni e nei giorni scorsi, attorniato da una famiglia unitissima e sempre più numerosa, abbiamo festeggiato questo suo importante traguardo di vita presso il Ristorante “Al Vecchio Capannaccio” di Forio.

Tra la degustazione di antipasti e pizze varie, è stato bello ritrovarsi attorno ad una tavola imbandita assieme a zii, cugini, nipoti e pronipoti. Seppur con un immancabile velo di grande tristezza per la dipartita negli ultimi anni di importanti pilastri della nostra famiglia, per qualche ora è sembrato quasi di rivivere l’atmosfera che da bambini respiravamo nel corso dei pranzi e delle cene che alla fine degli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso facevamo assieme ai nostri straordinari genitori ed ai nostri grandi ed indimenticabili nonni Gennaro Savio e Gabriella Manieri i quali, con i loro esempi di bontà e solidarietà, ci hanno lasciato in eredità salde radici di unione familiare di cui dopo oltre cinquant’anni se ne vedono ancora i risultati. Quella di zio Antonio non è stata una vita facile anzi, il suo è stato un cammino tortuoso e doloroso segnato da immani tragedie familiari a partire dalla prematura scomparsa di due dei suoi tre figli, Gabriella e Gennaro. Tragedie che è riuscito a superare solo grazie all’amore della moglie Caterina e del figlio Tony, campione internazionale di Kick Boxing che negli Stati Uniti d’America, in una epica finale di campionato del mondo, riuscì a battere addirittura il suo Maestro. Emigrato giovanissimo, nel 1963, in Germania dove ha svolto le professioni di elettricista ed elettrotecnico, nonostante le iniziali e durissime difficoltà di inserimento nella società teutonica, Antonio Savio con coraggio e personalità è riuscito a portare la lotta politica e sindacale di classe propria della famiglia Savio in terra tedesca, facendosi apprezzare e voler bene da tutti per le sue eccezionali doti umane e, soprattutto, per la sua sete di giustizia sociale, ereditata dal papà Gennaro, con cui per decenni sul posto di lavoro ha difeso strenuamente i diritti delle colleghe e dei colleghi. Ma non solo. Infatti tra gli anni ’60 e ’70 come Presidente del sindacato in Assia, regione tedesca che a quei tempi già contava quasi sei milioni di abitanti, capeggiò la storica rivolta degli emigrati come lui, provenienti generalmente dai Paesi europei, che rivendicavano con forza, e a suon di partecipatissime manifestazioni di protesta, il diritto all'alloggio, il diritto a percepire lo stesso salario che percepivano gli operai tedeschi, il diritto ad avere nella scuola pubblica determinate ore di insegnamento della lingua madre per ogni emigrato ed il diritto a poter frequentare comunque gli asili visto che i bambini tedeschi avevano precedenza di accesso. E in una delle foto che pubblico a corredo di questo articolo, c’è mio zio che il Primo Maggio del ’68 tiene un comizio a Francoforte davanti a circa centomila persone. Le lotte sindacali furono molto dure perché, così come avveniva nello stesso periodo storico anche in Italia, i sindacalisti come lui che avevano una coscienza di classe e rivoluzionaria, dovevano scontrarsi puntualmente con la linea morbida dei vertici sindacali borghesi che portavano avanti una politica di compromesso e di concertazione con la classe padronale. Eppure col tempo, alla fine, riuscirono ad ottenere il riconoscimento della maggior parte dei diritti per cui si batterono, a partire dal percepire lo stesso salario degli operai tedeschi. Ed al termine della sua apprezzatissima carriera lavorativa, Antonio Savio, assieme ad altri operai tedeschi fu premiato nel salone delle cerimonie del Bundestag, il Parlamento federale tedesco, con una pergamena a firma del Cancelliere Helmut Kohl. Ma in Germania mio zio Antonio è stato anche un apprezzatissimo arbitro di serie C1 e guardalinee di serie B. Attività per la quale alla fine degli anni ’80 fu premiato non solo in Germania dal designatore degli arbitri e dal Presidente della regione Assia, ma persino a Milano dall’A.I.A, l’Associazione Italiana Arbitri interna alla FIGC, Federazione Italiana Giuoco Calcio, nel corso di in una manifestazione di gemellaggio tra arbitri italiani e tedeschi. Insomma, la sua è stata una carriera ricca di straordinarie soddisfazioni a tutti i livelli: lavorativo, sindacale, politico ed arbitrale. Tornato a Forio con il raggiungimento dell’età pensionabile, nonostante i dolori riservatigli dalla vita e a dimostrazione che la passione per la politica è presente da oltre un secolo nel DNA della famiglia Savio, ha continuano ad impegnarsi nella lotta politica e sindacale a difesa dei più deboli della società affiancando instancabilmente suo fratello Domenico, il mio caro Papà, fondatore e storico Segretario generale del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista. E ai festeggiamenti del suo compleanno sentirlo raccontare gli aneddoti più significativi della sua esistenza, ha inesorabilmente strappato qualche lacrimuccia ad ognuno di noi facendoci vivere un turbinio di emozioni in cui si mescolavano vertiginosamente nostalgia, malinconia e felicità. E a tal proposito, toccante è stato il contenuto della pergamena che i nipoti gli hanno donato e letta da Raffaele Patalano e in cui, tra l’altro, si legge: “Caro zio Antonio, la vita è come un lungo viaggio. Sei sempre stato il capitano della tua vita, e con coraggio, tenendo saldo tra le mani la barra del timone, hai affrontato la calma piatta e le avversità delle tempeste di questo mare fatto di forti, dolci, salate ed amare emozioni chiamato "Vita", assaporandone gioie, amarezze, delusioni, e sofferenze con la dignità degli uomini veri, senza mai rinnegare e dimenticare le tue origini ed il tuo porto sicuro: la grande famiglia Savio. Animo nobile a disposizione di tutti, hai sempre dispensato una buona parola ed incoraggiamenti per chiunque ne avesse bisogno”. Sin qui l’affettuoso messaggio dei nipoti. Cosa aggiungere. Caro zio Antonio, a nome di tutti i nostri familiari e di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerti sia in Germania che in Italia, nell’augurarti ancora buon ottantesimo compleanno, come nipote ti ringrazio di vero cuore per continuare a rappresentare per tutti noi un esempio di inusuale umanità e di rettitudine morale. Oltre che un grande orgoglio, sei per noi tutti un esempio di vita da seguire ed emulare. Ti vogliamo tutti un mondo di bene, zio caro.