Buccino, Potere al Popolo: "il Liceo scientifico non si chiude!"La Casa del Popolo di Buccino in questa fase di grave crisi mondiale lancia l’allarme sul rischio cui vanno incontro le terre dell’osso: quello di scomparire definitivamente.  In questi luoghi gli effetti della diseguaglianza territoriale rischiano di essere travolgenti: la rete internet è scarsamente supportata dalla fibra, lo smart working è difficile e il digital divide degli studenti qui si fa ancora più forte; le piccole aziende e i piccoli commercianti non si sentono supportati dalle misure di governo e sono al collasso; scarsi i posti letto negli ospedali più vicini, insufficiente il personale.

“E’ inconcepibile che chi in passato ha speculato sulla nostra sanità oggi si vesta da sceriffo e si prepari a fare incetta di voti dopo aver programmato un un sistema sanitario che oggi è al collasso – denuncia Fabio Perretta di Potere al Popolo Buccino - Per chi come noi si trova geograficamente distante dalle città e dai centri di cura di eccellenza l’unica strategia prevista dalla Regione è l’isolamento. È assurdo che non ci sia un piano di soccorso speciale per i comuni di montagna e che non siano dirottate tempestive risorse per l’assistenza dei malati presso il loro domicilio, per ridurre il contagio da un lato e l’abbandono dall’altro”.

“I comuni dell’interno hanno un’età media sempre più alta e dunque un’incidenza di patologie croniche sempre più elevata a cui far fronte – dichiara Davide Trezza Coordinatore Nazionale di Potere al Popolo -  In queste zone ci si scontra con problemi di emergenza ordinari. Ci sono pochissimi medici di base ed in questo contesto non ci è nemmeno ben chiaro quali misure vogliano essere adottate. I tagli della sanità qui sono più evidenti, spesso infatti i medici di base e Guardia Medica devono dividersi fra più Comuni. Le persone sono drammaticamente esposte all’abbandono. Non c’è alcuna traccia di una programmazione seria dell’emergenza laddove proprio in queste aree andrebbe colta l’occasione per rilanciare i territori sul piano delle infrastrutture, dei servizi sociali e delle possibilità di sviluppo economico”.

La regione Campania fa sapere con un comunicato del 30 marzo che ha avviato il percorso della gestione delle terapie domiciliari mediante Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA). Ma sul punto nessun intervento è finora stato reso noto né nei preposti spazi di pubblicità dei provvedimenti regionali e né, cosa ancor più grave, agli stessi medici e operatori sanitari della zona che dovrebbero essere direttamente coinvolti nella rete.

Riteniamo necessario:

  1. l’attivazione di un servizio di gestione della terapia domiciliare nei pazienti che mostrino i primi segnali della malattia creando una equipe adeguatamente formata, composta dai medici di base e personale infermieristico della zona, affinché sia loro riconosciuto un adeguato supporto per la gestione sul piano territoriale della malattia e del suo contenimento;
  2. Il coordinamento dei Comuni con la Protezione Civile per garantire a chi entrerà a far parte dell’equipe territoriale, le adeguate protezioni contro il contagio: mascherine, tute, guanti e visiere;
  3. l’estensione dei sistemi di rilevazione rapidi per l’individuazione precoce degli infetti e per una valutazione epidemiologica di siero-prevalenza nella popolazione, anche alle persone che presentino sintomi significativi eventualmente individuati dall’equipe. Al momento infatti la dotazione riguarda solo le tre aree già individuate dalla Regione (Area Ospedaliera di P.S. in pre-triage e triage; Area emergenza/urgenza; Area per le attività ambulatoriali indifferibili come Dialisi, Oncologia e Radioterapia). Ciò al fine di garantire un’efficace validazione epidemiologica regionale;
  4. la predisposizione di una linea telefonica che sia di supporto agli abitanti del comprensorio. Il numero verde indicato dalla Regione risulta troppo spesso non fruibile.

Non pretendiamo che queste misure si sostituiscano a quelle regionali, ma che le accompagnino, le integrino e le supportino.