donna spalle | Gazzetta dal Tacco di GIOVANNA GALASSO

Nel dramma che stiamo tutti vivendo, con ansia, angoscia, inquietudine, vi sono tanti altri drammi,  già umanamente insostenibili, prima che questo virus spazzasse via l'unico senso che teneva in piedi chi era già in ginocchio. Parlo del senso della speranza. Parlo di quella innata forza che alberga in ogni essere umano, anche nel più disperato e che, come insegna Foscolo, spira per ultima, prima della fine.

Impossibile enumerare e catalogare i drammi esistenziali, perché sono Infiniti, densi di sfaccettature, di sfumature, che fanno parte dell'indicibile, ovvero di quelle emozioni che non hanno un lessico e che non si possono raccontare, e che non possono essere udite, comprese, accolte. Quanti problemi, quante vicende umane, si sarebbero potute risolvere con politiche lungimiranti, concrete, agili, pragmatiche, giuste. Quante condizioni drammatiche di milioni di cittadini avrebbero potuto trovare soluzione, con un minimo di buonsenso,  di logica, di rispetto dei diritti, prima che un virus scompaginasse di colpo tutta la sequela di promesse e di proclami e di interventi mai realizzati a favore dei disoccupati, dei poveri, degli ultimi derelitti di questo mondo infame ed ingiusto. E ora? Ora i governi di tutto il mondo si trovano a fare i conti con una tragedia epocale, di cui non si conosce né l'inizio, né la fine. Quando era il tempo di lavorare sodo per creare lavoro, dignità, equità sociale, quando era il tempo della lungimiranza,  del fare le cose importanti per creare solidità socio economica per tutto il popolo, la classe politica, nessuno escluso, ha sprecato decenni in schermaglie ideologiche e post ideologiche, al solo fine di accaparrarsi consensi elettorali. E ora? Ora la stessa classe politica, nazionale, regionale, provinciale, si trova a gestire qualcosa di gigantesco, senza avere neppure gli strumenti grammaticali, basilari, per contenere lo stato di angoscia della popolazione. Scrivo da Afragola (NA), ma questa mia lettera è  rivolta a tutta la classe politica. Al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, vorrei sommessamente dire che sto cercando di parlare con lui da 5 anni, e benché la sua segreteria conosca perfettamente la mia istanza, egli non mi ha mai ricevuta. Che ne dice Presidente? Dovevamo aspettare che fosse uno stronzo virus a chiudermi definitivamente le porte in faccia?