La fiducia, le sue declinazioni e il suo impatto al centro della terza edizione di “Philanthropy Experience” che a Salerno, lunedì 18 e martedì 19 novembre, diventa il tavolo d’incontro di oltre 100 organizzazioni, insieme per costruire fiducia e cambiamento a partire dalla filantropia.
Si apre alle 11, al Lloyd’s Baia Hotel. Due giornate in cui le diverse declinazioni del tema hanno un medesimo obiettivo: contribuire a migliorare l'efficacia del sistema filantropico costruendo una relazione di fiducia con altri stakeholder e con il Paese. La Fondazione di Comunità Salernitana è partner locale ospitante: “Un evento che rappresenta un’occasione unica di confronto e scambio per approfondire il mondo della filantropia e per creare connessioni tra filantropi, fondazioni, imprese e operatori del Terzo Settore – spiega Antonia Autuori, presidente Fondazione Comunità Salernitana - esploreremo insieme come la fiducia possa diventare il motore di un cambiamento positivo, rendendo più solide le collaborazioni e più efficaci gli interventi sul territorio”. Sette sessioni, quattro experience per un confronto sulle tante declinazioni e sui “risvolti della fiducia”. Nei due giorni i partecipanti saranno protagonisti di un percorso che a partire dalla crisi della fiducia nella società e dai riflessi che essa ha sul sistema filantropico e sul Terzo Settore, li condurrà a riflettere insieme su dinamiche di potere nel rapporto tra donatore e partner, asimmetria relazionale, bandi, valutazione d’impatto, fiducia intergenerazionale, relazione operatori persone, fiducia nel sistema finanziario, e molto altro. Dopo Catania e Siena, quest’anno l’appuntamento è a Salerno, con 100 fondazioni italiane riunite per confrontarsi e dialogare sul grande tema Fiducia e Filantropia: condivisione, relazione e cambiamento. Una scelta che, spiegano gli organizzatori, deriva dalla costatazione che «il settore filantropico è spesso incline a utilizzare la parola “fiducia” per caratterizzare il proprio operato, in particolare per quanto riguarda le modalità di ingaggio con le realtà attive sul territorio mentre, a livello internazionale (vedi Stati Uniti), da anni si è sviluppata una corrente di pensiero e pratica che pone la fiducia al centro delle dinamiche strategiche e operative dei soggetti filantropici. La Trust-based philanthropy – Tbp sembra l’orizzonte e casi come quello di McKenzie Scott che sceglie di sostenere enti non profit attraverso miliardi di dollari ed elargizioni unrestricted animano il dibattito e interrogano teorici e operativi». Ancora una volta il sistema filantropico italiano, con la sua morfologia, deve trovare il suo approccio al tema. «Come instaurare relazioni di fiducia tra finanziatori e realtà operative? È possibile coniugare fiducia e rigore? Quali evoluzioni in metodi e strumenti? Quali necessità di rafforzamento della capacity degli enti operativi? Esiste, in sintesi, una via italiana alla trust-based philanthropy?». Sono alcune delle domande a cui la terza edizione di Philanthropy Experience cercherà di dare risposta attraverso sessioni plenarie e tavoli tecnici di lavoro. Immancabili le experience sul territorio in un’edizione caratterizzata da un numero maggiore di spazi e tempi per la conoscenza tra fondazioni.