Promuovere l’inclusione del bambino autistico in tutti i contesti sociali in cui partecipa, sviluppando una collaborazione e una stretta sinergia tra professionisti della riabilitazione, scuola, famiglie.
È questo il filo conduttore del convegno “A.B.A. e scuola - Diversity is our strenght”, organizzato dal Centro Studi Villa dei Fiori che si è svolto ieri mattina presso la sala convegni dell’Ambulatorio Luigi Angrisani, in via de Concilis n.6 a Nocera Inferiore. Al centro del confronto le nuove metodologie per affrontare l’autismo ma soprattutto il rapporto fondamentale tra le scuole, le famiglie e gli operatori specializzati. I lavori sono stati introdotti da Alba Pannullo, psicoterapeuta, responsabile della Cooperativa Il Sentiero, che si è soffermata sull’importanza delle tecniche comportamentali e sul metodo A.B.A. “Perché si possano ottenere i risultati migliori – ha detto – è importante che tutti lavorino nella stessa direzione con un confronto che deve essere costante e sistematico, basti pensare che noi partiamo da un gruppo whatsapp in cui partecipano tutti, familiari, docenti, medici, fisioterapisti, psicoterapeuti”.Aldo Diavoletto, neuropsichiatra infantile in servizio presso l’Asl di Salerno, ha sottolineato l’importanza della “rete” e la necessità di organizzare sinergie per fronteggiare una patologia “che – ha detto – registrava nel territorio dell’Asl Salerno 400 casi nel 2019. Oggi ce ne sono 900, con una crescita ormai strutturata del 10% l’anno”. Perché un così sensibile aumento di casi? “Una risposta non c’è – ha detto il dottor Diavoletto - probabilmente siamo più precisi nelle diagnosi, ma concorrono sicuramente anche fattori genetici e ambientali. Certezze non ne abbiamo”. Se non una: “Le principali terapie nell’autismo, come e più che nelle altre patologie neuropsichiatriche, sono la scuola e la socializzazione”.Anna Cristiana Pentone, dirigente Scolastico del Primo Istituto Comprensivo Angelo e Francesco Solimena di Nocera Inferiore, è partita dal racconto di un caso concreto: quello di Yasmine, una paziente di Villa dei Fiori gravemente malata che per due anni non ha potuto frequentare la scuola, immobilizzata su una sedia a rotelle. Una forte sinergia tra centro di riabilitazione, scuola, personale docente, insegnanti di sostegno (la professoressa Cinzia Casaburi in particolare) ha consentito di superare ogni barriera. La docente Casaburi e le terapiste che hanno in cura la piccola, coadiuvate dalla dottoressa Pentone, hanno reso possibile la ripresa del percorso scolastico, anche con lezioni a distanza. Con una integrazione perfetta che ha felicemente coinvolto anche i piccoli compagni di classe che già in altre occasioni (l’ultima a maggio con una visita alla Casa di Cura Villa dei Fiori) hanno abbracciato la bambina facendola davvero sentire parte della classe.Una sinergia che purtroppo si scontra anche con difficoltà concrete di non poco conto. “L’Ufficio Scolastico Regionale – ha spiegato la dirigente – stima che nel prossimo anno scolastico saranno 33.000 i bambini che necessiteranno di insegnanti di sostegno. Non esistono così tanti docenti: è materialmente impossibile, quindi, soddisfare la domanda”.Annaclaudia Ricciardi, neuropsichiatra infantile presso l’Asl Napoli 3 Sud, ha ribadito l’importanza delle terapie comportamentali. “Il comportamento – ha detto – è la strategia che il bambino adotta per reagire a stimoli esterni. Vale per tutti i bambini, ancor di più per il bambino autistico. Con il metodo A.B.A. si agisce attivando proprio una serie di stimoli al fine di ottenere determinati comportamenti”. Fondamentale e imprescindibile anche per la dottoressa Ricciardi l’interazione con la scuola: “La classe consente di generalizzare abilità acquisite in contesti individuali”.Il convegno si è concluso con il racconto delle esperienze di famiglie che hanno bambini autistici in trattamento a Villa dei Fiori. Come quella di Giovanni, oggi tredicenne, in carico da 4 anni, e dei suoi sensibili progressi registrati col metodo A.B.A. O quella di Alfonso, il “bambino zero” di Villa dei Fiori, che oggi ha dieci anni. Le loro mamme hanno evidenziato però anche le problematiche connesse al mantenimento delle terapie perché man mano che i bambini crescono c’è un progressivo quanto incomprensibile decremento delle ore di trattamento riconosciute dall’Asl.Il dibattito è stato moderato dal giornalista Nello Ferrigno, che ha voluto concludere con una emblematica foto dei compagni di classe che abbracciano il piccolo Alfonso.Il convegno si è tenuto nell’ambito della Giornata della Riconoscenza che ogni anno si svolge in memoria del fondatore di Villa dei Fiori, il senatore Luigi Angrisani. Dopo il convegno infatti la giornata è proseguita con la Santa Messa al Presidio del Poggio San Pantaleone e con la cerimonia di consegna del XXVII Premio Senatore Luigi Angrisani a dirigenti e insegnanti delle scuole del territorio. Premiate, tra gli altri, la dirigente scolastica Anna Cristiana Pentone “per l’impegno e la dedizione mostrata per i nostri giovani” e l’insegnante Cinzia Casaburi.La giornata si è conclusa con i fuochi d’artificio, il pranzo con le famiglie e l’applauditissimo spettacolo “Cabaret delle favole”, a cura dei pazienti di Villa dei Fiori, che ha divertito familiari, degenti e tutti i presenti.