Sabato 16 dicembre, alle ore 10, presso gli spazi dell’ Agriturismo La Tavernola, la tenuta Mandia presso la località Zuppino nel comune di Sicignano degli Alburni, si terrà un seminario formativo sulla cultura del bosco.
Il Sottobosco sarà uno dei temi trattati durante l’incontro che si terrà sabato 16 dicembre alle ore 10, presso gli spazi dell’ Agriturismo La Tavernola, la tenuta Mandia presso la località Zuppino nel comune di Sicignano degli Alburni, in cui si riaffermerà il legame fra Mariangela Mandia e la Cultura di Impresa. Questa volta si sceglie di coniugare alla formazione, proprio la storia della dimora come a sottolineare l’importanza del ritorno alle radici, quale valore della nuova programmazione che ci porterà nel 2026 ed esempio reale di chi condivide risultati, investimenti e innovazione partendo da intrecci legati al sentimento di famiglia e della sua storia.
Si terrà anche la consegna del testo… “Dare alla Luce. Poesia 4.0”, che ha già ottenuto diversi e prestigiosi premi con sé premi, tra cui il Letterario, Arte Visiva e Speciale, in occasione della rassegna Spoletina “Festival Art e Menotti Festival”. Nella terra dove Virgilio compose le Georgiche, un passaggio contemporaneo dove L’Arte diventa interpellata come voce ancestrale e dona opportunità alla ruralita’ di più alto valore, come quella vissuta grazie al Sottobosco. Si comincerà con un seminario sui Funghi e tartufi, ovvero, come riconoscerli e raccoglierli nel rispetto delle norme vigenti. Un seminario rivolto anche a quanti vogliano sostenere l’esame di abilitazione per ottenere il tesserino autorizzativo alla raccolta, ai cercatori abilitati per un aggiornamento e ad amatori e appassionati della materia. Nel corso dei decenni, infatti, una serie di mutazioni dello scenario socio-economico ha conferito un ruolo sempre più centrale ai prodotti secondari del bosco, facendoli uscire dalla loro marginalità. Questo è sicuramente dovuto alla diminuzione dei prezzi dei prodotti legnosi del bosco, alla crescente richiesta di prodotti rispettosi dell’ambiente e legati alle tradizioni locali nonché alle politiche a supporto dello sviluppo rurale. Per millenni i prodotti non legnosi del bosco come nocciole, erbe, spezie, piante aromatiche e selvaggina, sono stati impiegati per l’alimentazione, la salute e pratiche culturali. Tuttavia, il loro ruolo è sempre stato sottostimato in quanto poco rappresentati nelle statistiche internazionali poiché, assai sovente, il loro uso e scambio sono confinati a settori informali. I prodotti secondari del bosco però, costituiscono la base della sussistenza in molte parti del mondo ed hanno un ruolo molto rilevante nell’alimentazione e nella nutrizione delle popolazioni, più di quanto si pensasse in passato. Questi prodotti hanno infatti da sempre garantito la cosiddetta “food security”, ovvero la sicurezza in termini di approvvigionamento alimentare. Riescono infatti a compensare la stagionalità delle altre risorse alimentari, diventando una importante fonte di sostentamento per molte piccole e medie imprese occupate nella filiera del legno. Si stima che circa il 26% dei nuclei familiari di 28 paesi europei raccolgono prodotti forestali non legnosi. In Europa, il loro valore economico è di circa 23,3 miliardi di euro annui, e in Italia intorno a 1,5 miliardi di euro. A livello europeo, i frutti di bosco risultano essere i prodotti più raccolti (20,7%), seguiti da funghi selvatici (19.7%), noci, erbe medicinali ed aromatiche e prodotti decorativi. Un dato interessante è che circa l’86,1% di questi prodotti sono utilizzati per uso personale e solo la restante parte viene venduta. In Italia tra i prodotti forestali non legnosi più utilizzati figurano frutti e semi di piante arboree destinati ad uso alimentare, sebbene anche funghi e i tartufi rivestano una notevole rilevanza economica. La raccolta di questi prodotti, oltre ad essere considerata come una tradizione culturale in molti Paesi, può avere anche un grande impatto sulle economie locali. A testimonianza della rilevanza che questi prodotti assumono in diversi territori e a conferma del loro radicamento nelle tradizioni culinarie popolari, si annoverano numerose sagre ed eventi a loro legati in tutto il territorio nazionale. La rilevanza che i prodotti non legnosi del bosco hanno ricoperto e continuano tutt’ora a ricoprire nella sussistenza e nelle economie locali, deve fungere da promemoria affinché tutti i cittadini, coinvolti e non nelle filiere forestali, attuino comportamenti virtuosi volti a preservare le ricchezze naturali che ci circondano.
Ad inaugurare i lavori sarà Giuseppe Gorga, dirigente della Regione Campania. Seguiranno gli interventi di Michele Caputo, micologo circa la biologia e il riconoscimento di funghi ipogei ed epigei, tra le specie più comuni in Campania. La parola passerà quindi, a Pasquale Santalucia, funzionario della nostra regione, il quale erudirà l’uditorio circa La normativa di riferimento in materia di funghi e tartufi. Si continuerà con il Colonnello Mario Guariglia, Comandante Reparto CC PNCVDA, che discernerà circa Controlli e tutela ambientale e Noemi Iuorio Presidente Asso Tartufai Campani, che parlerà del ruolo delle associazioni micologiche nella formazione, promozione e divulgazione, prima di una dimostrazione di cerca con il cane. Quindi, a tavola per un light lunch a cura de La Tavernola. A seguire ci sarà la presentazione della nuova guida de’ “L’Italia del Tartufo” sentieri golosi. Enrica De Falco docente del nostro ateneo terrà un corso di agraria, su piante aromatiche e frutti minori, con la partecipazione di Giovanni Caggiano Presidente della Comunità Montana Tanagro alto e medio Sele, Giovanni Guzzo, Vice Presidente della provincia di Salerno, Salvatore Loffredo, Direttore Regionale della Coldiretti Campania, Gregorio Romano Direttore del Parco Nazionale del Cilento Alburni e Vallo di Diano e per le conclusioni la padrona di casa Mariangela Mandia, imprenditrice e creative MM#SistemaBellezza Management, la quale consegnerà il volume Dare alla Luce. Poesia 4.0 al direttore del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni.