"Riguardo alla recente sentenza del tribunale amministrativo relativa al ricorso del Comune di Pontecagnano Faiano per l'annullamento del Decreto Dirigenziale della Regione n. 26 del 21/09/2021, che ha revocato un finanziamento di circa 25 milioni di euro per la costruzione dell'impianto di compostaggio a Pontecagnano Faiano. Questo finanziamento era stato ottenuto dall'amministrazione Lanzara precedente, che aveva previsto di ubicarlo nella zona di Sant'Antonio a Picenza, di proprietà del Consiglio Comunale, vicino a aziende agricole e al centro commerciale "Maximall."
Il Sindaco aveva cambiato idea sulla posizione dell'impianto, manifestando la necessità di cercarne una nuova nel corso di una conference call con le entità coinvolte, avvenuta ad aprile 2021. Questo cambiamento è stato motivato dalle preoccupazioni riguardo alle emissioni odorigene che avrebbero potuto arrecare danni alle aziende agricole circostanti. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha sottolineato che la decisione di cercare una nuova posizione per l'impianto, in sostituzione di quella originariamente programmata, è stata presa non per cause impreviste, ma a causa delle previste emissioni odorigene dannose per le aziende agricole nelle vicinanze. A denunciarlo in una nota congiunta dal gruppo locale del Movimento 5 Stelle di Pontecagnano Faiano, dal Consigliere regionale Michele Cammarano e dalla Coordinatrice provinciale del Movimento 5 Stelle di Salerno, Virginia Villani.
“Quando nella città è iniziato a crescere il malcontento, prima per la scelta della posizione di Sant'Antonio e poi per una seconda infelice idea, Picciola - Magazzeno (zona Aversana), l'Amministrazione ha deciso di fermarsi. Sono stati organizzati diversi incontri con l'Amministrazione per proporre soluzioni alternative meno impattanti e meno costose, come ad esempio il potenziamento dell'impianto di compostaggio di Salerno, situato a pochi passi dal nostro territorio. Nonostante avessimo evidenziato i limiti dei grandi impianti industriali per il trattamento dei rifiuti organici, che sono alla base del fallimento della gestione dei rifiuti a livello regionale, la popolazione rimaneva scettica riguardo a un impianto concepito per servire 12 comuni. Senza pregiudizi ideologici e consapevoli della carenza di impianti per il trattamento dell'umido organico nella regione, crediamo che sia ora necessario, soprattutto dopo quanto accaduto a Pontecagnano Faiano, rivedere il piano regionale per la gestione degli impianti, puntando su strutture di dimensioni più contenute e meglio integrate con le città.Tutto questo ha un costo molto alto che, nonostante sia stato causato da una gestione amministrativa problematica e da una "incoerenza" politica, ricadrà sul bilancio comunale. Questi soldi verranno sottratti alle scuole, alle strade e alla manutenzione del verde, oltre a impegnare risorse preziose e uffici comunali per mesi. Il Comune dovrà restituire i 12.530,72 euro già ricevuti dalla Regione e rimborsare le spese sostenute dalle imprese coinvolte nella stesura del progetto di fattibilità tecnica ed economica per l'impianto a Sant'Antonio, progetto che poi è risultato inadatto. Questa situazione è un errore che speriamo non si ripeta”-concludono-.