La nuova fase di Azione: mettere fine al bipopulismo italiano - Linkiesta.it

di Vincenzo Cennamo – Responsabile provinciale Under 30 - Salerno in Azione

L'apertura dell'Anno Accademico 2023/2024 ha messo per l'ennesima volta in evidenza l'inadeguatezza del trasporto pubblico da e verso l'Università degli Studi di Salerno.


È ormai consuetudine che alla ripresa delle lezioni i social vengano inondati di messaggi sempre più carichi di quell'ironia propria di chi si è rassegnato a considerare normale ciò che normale non è: corse incostanti e quindi imprevedibili, gestione degli orari che sembra non tener conto delle esigenze degli utenti, veicoli malridotti utilizzati negli orari di punta (mentre i veicoli più recenti viaggiano semivuoti), e, soprattutto, un numero di mezzi assolutamente insufficiente rispetto al numero degli utenti.
Quest'ultimo punto è quello che ci preme sottolineare con più forza proprio all'indomani del tragico incidente di Mestre: quali sarebbero le conseguenze di un incidente simile occorso ad un bus costretto a viaggiare con il doppio dei passeggeri rispetto a quelli previsti, in spregio a qualsivoglia norma di sicurezza stradale?
Peraltro, non è nemmeno necessario che si verifichi un sinistro stradale perché la sicurezza dei ragazzi venga messo in pericolo: si veda il caos perenne del Terminal Bus di UNISA, scenario di calche tanto pericolose quanto frequenti, oppure si rifletta su quanto possa essere rischioso viaggiare in mezzi oltremodo affollati in un momento di risalita dei contagi da Coronavirus.
Beninteso, la possibilità di viaggiare gratuitamente garantita agli studenti campani da qualche anno è un'iniziativa meritoria, ma ormai in vigore da un tempo sufficientemente lungo per pensare ad alcuni correttivi, in primis una rimodulazione della soglia ISEE di € 35.000 che ne garantisce l'accesso, abbastanza alta da essere diventata persino controproducente: se non si provvede ad adeguare le flotte al numero di utenti sempre più studenti preferiranno raggiungere il campus con mezzi privati, pur rispettando i requisiti del bonus. Diventa superfluo sottolineare quanto sia sconveniente optare per il trasporto pubblico per chi invece non può accedere al bonus.
A questa disamina relativa al trasporto su gomma ne andrebbe affiancata un’altra riguardo il trasporto su rotaia, che specialmente nelle aree interne subisce continui depotenziamenti.
In conclusione, riteniamo improrogabile una revisione della gestione del trasporto pubblico in Campania, e non solo per ragioni di tipo contingente: come pensiamo di agevolare la transizione verso una mobilità più sostenibile e svincolata dall'uso dei mezzi privati se mostriamo proprio alle generazioni più giovani che questa soluzione porta con sé molti più svantaggi che vantaggi?