In visita nel Comune di San Mauro Cilento, Giuliano Granato candidato alla Presidenza della Regione Campania per Potere al Popolo, riaccende l’attenzione sulla battaglia che qui e in altri comuni della zona come Castellabate e Montecorice, molti cittadini e cittadine stanno portando avanti da mesi reclamando un diritto quanto mai fondamentale: il diritto all'acqua. Lo scorso 26 agosto, il consiglio comunale straordinario del comune di San Mauro Cilento ha affrontato la questione del servizio idrico. La situazione nel comune e nei paesi limitrofi suonerà familiare a tantissimi di noi.
Tubature fatiscenti, regolari mancanze d’acqua nelle abitazioni, per giunta a fronte di bollette esose. Il primo cittadino di San Mauro Giuseppe Cilento, e altri delegati, sono stati in Prefettura a richiedere la vigilanza sulla presentazione dei progetti di sostituzione delle tubature, opera per la quale i finanziamenti esistono e dovrebbero essere a carico del consorzio Consac, che gestisce la rete idrica. “Quando noi diciamo che l’acqua è una risorsa – spiega Giuliano Granato nel suo intervento in Consiglio Comunale – lo diciamo nel senso che si tratta di un bene primario, che serve per bere, per lavarsi. Quando loro dicono che l’acqua è una risorsa lo intendono esclusivamente in senso economico. Stiamo seguendo anche il caso di Mugnano di Napoli, nell’area Nord della provincia, dove finora la gestione del servizio idrico è stata pubblica e le amministrazioni vorrebbero privatizzare. E come giustificano le privatizzazioni? Dicendo: non siamo in grado di gestire il servizio idrico da soli, non ci sono i funzionari, e quindi dobbiamo ricorrere al privato”. Ma i privati, cioè i tanti consorzi che gestiscono la rete idrica in tutta la Campania (pensiamo a a Consac, Acquedotti SPCA, Gori ecc.), non brillano affatto per maggiore efficienza, e le dimostrazioni sono tante, a partire proprio da San Mauro, dove troppe volte i cittadini devono fare i conti con la mancanza d’acqua da una parte, e con conti salatissimi da pagare in bolletta dall’altra. “Se è vero che sul banco degli imputati vanno messi i consorzi che gestiscono la rete idrica su tutto il territorio campano – prosegue Giuliano Granato – è anche vero che non sono i soli: se vengono permessi alcuni comportamenti a Consac, Acquedotti SPCA, e altri, è perché la politica latita per quanto riguarda i controlli”. I consorzi hanno quindi vita facile e fanno quello che vogliono, e dalle testimonianze raccolte in Cilento, ma anche a Mugnano di Napoli e in tantissimi altri luoghi della regione, oltre all’inefficienza del servizio e alla ricaduta economica sulla popolazione che si traduce quasi sempre in bollette eccessivamente salate, questi consorzi si comportano anche come meccanismi per la costruzione di clientele. Per fortuna ci sono sindaci come Peppe Cilento, come le istituzioni di questo territorio, che al di là del colore politico, hanno deciso di abbracciare questa battaglia insieme a comitati e cittadini, per chiedere che l’acqua sia un bene di tutti, e che la sua gestione sia fatta al servizio della comunità.