Dove stanno andando l’Italia e l’Europa? A rispondere a questa domanda saranno Angelo Bruscino, autore di “Popolo e populismo” (Cairo) e Carmelo Conte, autore de “L’Italia al tempo dei populismi” (Lastaria) venerdì 26 Luglio 2019 (Teatro del Porto - Canale Tuvolo - Casal Velino -ore 21,45) in occasione del primo incontro della rassegna letteraria “Casal Velino 2019 Incontri d’Autore”. Saluti del Sindaco di Casal Velino, Silvia Pisapia. Interviene il direttore de “La Città”, Antonio Manzo.
Le politiche del rigore degli ultimi anni hanno creato un diffuso malcontento nei vari Paesi del vecchio continente e la crisi economica iniziata nel 2008 ha dato la spinta definitiva al risentimento contro i tagli operati dalla Commissione europea, identificata come l’origine di tutti i mali. I partiti socialisti sono stati travolti dal nuovo populismo antiestablishment. L’euro ha favorito prevalentemente il mercato tedesco, mentre l’austerità «espansiva» è stata la regola nelle politiche economiche europee, con tagli alla spesa pubblica anche nei momenti di crisi: queste politiche hanno aggravato la recessione anziché mitigarla, riducendo i consumi e il PIL. Il surplus commerciale tedesco si regge dunque sui debiti degli altri Stati europei, provocando effetti devastanti come la crisi greca e la nascita del populismo su scala globale. Se da un lato Angelo Bruscino affronta con metodo e attenzione tutte queste problematiche, e racconta con lucidità la situazione politica italiana e internazionale, gettando uno sguardo sul futuro che ci attende, dall’altro Carmelo Conte procede per ricostruire la situazione attuale della politica italiana, leggendo in controluce le contraddizioni che hanno favorito l’emergere di fronti populisti che oggi continuano a radicarsi sempre più da una parte all’altra dell’emiciclo parlamentare. Il populismo quando va al Governo perde se stesso e diventa illiberale. I governi di Berlusconi e Renzi ne hanno rappresentato la visione liberista, il governo gialloverde di Salvini e Di Maio ne sta affermando il carattere autoritario e statalista. Non si nutre di storia e di futuro, ma di un presente fatto di risentimento e paure: il passato, l’Europa, l’Islam, gli immigrati, i disgraziati sociali. L’antipolitica da contestazione attiva è divenuta un prodotto mediatico al servizio di un sistema leaderistico. Dai partiti alla partitocrazia, e da questa ai populismi e alla loro proteiforme varietà.