E’ tempo della raccolta delle albicocche che in Campania si presentano in decine di varietà, con privilegiata zona di cultivar sulle terre intorno al Vesuvio dalla “Boccuccia” alla “Cafona”, dalla “Pellecchiella” alla “Prevetarella”, dalla “Vitillo” alla “Vicienzo e’ Maria”.
L’albicocca è il frutto dell'albicocco, Prunus armeniaca, appartiene alla famiglia delle Rosacee e al genere prunus. Nella lingua madre napoletana è con il termine “Cresommele” che l’albicocca viene indicata, ma nella duplicità di significato di questo sostantivo si presenta anche uno “schiaffone”, che può raggiungere inavvertitamente qualcuno lasciandolo frastornato. L’antico termine linguistico deriva dal greco “kροìσος μηλον - kroìsos melon” che significa frutto d'oro, importato dagli Eubei di Calcide, fondadori, intorno al 750 a. C., della città di Cuma. Ma la triste attuale realtà sconta le stravolte condizioni climatiche, dalla pioggia e dal freddo di maggio al caldo di giugno; il mercato al ribasso; la diffusa tentazione a lasciare i frutti pendenti sugli alberi anziché cederle all’industria conserviera all’irrisorio, ridicolo e offensivo prezzo di 5 centesimi al chilo, e qui sta la duplice e contraddittoria emozione dei coltivatori e produttori che contemplano i frutti d’oro preparandosi allo “schiaffone” del ribassato mercato.
Dal versante della denuncia del malessere si spande la voce dell’Avvocato Vincenzo Salvati, dell’associazione “Terra Nostra” da Brusciano il quale segnala: “Da qualche giorno ascoltiamo il grido d’allarme degli agricoltori, soprattutto quelli della zona vesuviana e nolana, costretti a svendere i prodotti che coltivano a pochi centesimi, pur dovendo sostenere anche il costo della raccolta, uno dei più importanti del processo è elevata e condiziona il mercato al ribasso. La verità è che, al contrario di ciò che avviene in altre zone d’Italia, qui non siamo mai riusciti a fare rete, a dare vita ad un’alleanza che tuteli tutti gli attori del comparto agricoltura, straordinaria risorsa del nostro territorio. Non basta -ha concluso l’ex Vicesindaco di Brusciano Avv. Salvati- l’impegno delle associazioni, ci vuole un’assunzione di responsabilità delle istituzioni e della politica. Crediamo siano necessarie misure speciali, tese a tutelare in via esclusiva i nostri prodotti. Non si tratta di essere sovranisti, si tratta di dare forza al territorio”.
E dal territorio nascono iniziative per salvaguardare e valorizzare i prodotti locali come quella di domenica 7 luglio 2019, “Mercato della Terra”, in Piazza Vargas a Boscoreale, dedicata all’albicocca che vedrà impegnati “Slow Food Vesuvio”, i seguaci di “#CampaniacheTiPassa”, il Comune di Boscoreale, con la collaborazione della Pro Loco di Boscoreale e dei ristoratori e pizzaioli aderenti al Progetto “Alleanza Slow Food dei Cuochi e dei Pizzaioli”.
I cittadini avranno occasione di poter incontrare i produttori, conoscere il lavoro degli agricoltori, le varietà del Paniere Vesuviano, con l’albicocca protagonista, e le esperienze dei Presidi Slow Food con la possibilità, volendo, di un’escursione all’Antiquarium di Boscoreale.
Il sociologo Antonio Castaldo di IESUS, Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali, che grazie ad amici, da Somma Vesuviana a Brusciano, da Mariglianella a Marigliano, si approvvigiona di gustose “Cresommele” cita una storica testimonianza artistica per via drammaturgica che ci riconduce alla loro bontà con «la sensuale consumazione di questo vellutato, succulento e morbido frutto come empaticamente descritta, nel nostalgico saluto di un uomo alla vita che lo sta abbandonando, nel dramma “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello (1867-1936), Premio Nobel per la letteratura nel 1934: “Ma ci sono, di questi giorni, certe buone albicocche... Come le mangia lei? con tutta la buccia, è vero? Si spaccano a metà; si premono con due dita, per lungo... come due labbra succhiose... Ah, che delizia!”».