Il Consiglio regionale della Campania ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che si oppone con forza alla chiusura dei punti nascita di Polla, Sapri, Piedimonte Matese e Sessa Aurunca. Un segnale chiaro e trasversale da parte di tutte le forze politiche, che hanno condiviso la necessità di difendere questi presidi sanitari essenziali.
L’ordine del giorno invita il Governo nazionale a non condizionare l’uscita della Campania dal Piano di rientro dai disavanzi sanitari alla chiusura di questi punti nascita, sottolineando l’importanza strategica di tali strutture per i territori in cui operano.
Tommaso Pellegrino, capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale, ha espresso soddisfazione per l’approvazione unanime del provvedimento: “La difesa dei punti nascita nelle aree interne non è solo una battaglia di civiltà, ma una questione di giustizia territoriale. In considerazione della particolare conformazione orografica del nostro territorio, sopprimere questi servizi significa creare un danno enorme alle comunità locali. Se vogliamo davvero contrastare lo spopolamento, dobbiamo garantire più servizi, non eliminarli. È impensabile mettere sullo stesso piano i punti nascita delle grandi città con quelli di realtà come Sapri e Polla, dove le distanze e le difficoltà di accesso agli ospedali più vicini sono significative. Con il Presidente Vincenzo De Luca - ha evidenziato Pellegrino - da anni ci battiamo per salvaguardare i punti nascita delle aree interne, consapevoli che la loro chiusura rappresenterebbe un colpo durissimo per intere comunità. Trovo assurdo - ha aggiunto il Capogruppo di Italia Viva - che si parli di chiudere i punti nascita per ragioni economiche proprio in un momento storico in cui si prevede una spesa della comunità europea di circa 800 miliardi di euro in armamenti, senza alcun vincolo di bilancio. Utilizzare il tema del blocco dell’uscita dal Piano di rientro come pretesto per giustificare la chiusura di questi servizi è non solo ridicolo, ma anche irrispettoso nei confronti dei cittadini campani. Infine, Pellegrino ha ribadito che il tema della sicurezza per le madri e i neonati non può essere strumentalizzato per giustificare la soppressione dei reparti: “Se davvero l’obiettivo è la sicurezza, allora investiamo nel potenziamento di questi punti nascita anziché chiuderli. Non mi risulta che i reparti di Polla e Sapri abbiano tassi di complicanze superiori alla media regionale e nazionale. Basta con le incoerenze e le scuse: garantiremo con forza il diritto delle comunità locali ad avere servizi sanitari adeguati e continueremo a difendere con le unghie e con i denti i punti nascita del nostro territorio. L’approvazione unanime dell’ordine del giorno rappresenta un passo fondamentale per mantenere alta l’attenzione su un tema di primaria importanza per le aree interne della Campania, con l’auspicio che il Governo nazionale accolga le istanze del Consiglio regionale e riveda le proprie posizioni in merito".
"Il Consiglio regionale della Campania ha approvato all'unanimità un ordine del giorno per contrastare la chiusura dei punti nascita di Polla, Sapri, Piedimonte Matese e Sessa Aurunca. È inaccettabile che il Governo nazionale vincoli l'uscita della Campania dal Piano di rientro sanitario alla dismissione di strutture fondamentali per le comunità locali”. Dichiara il presidente della commissione Aree interne e capogruppo regionale del M5S, Michele Cammarano.
"Questa decisione non tiene conto delle caratteristiche orografiche dei territori e delle difficoltà di percorrenza verso ospedali alternativi, che in molti casi comporterebbero tempi di trasferimento incompatibili con situazioni di emergenza. Chiediamo al Governo di rimuovere la chiusura dei punti nascita come condizione per la fuoriuscita dal Piano di rientro e di valutare invece soluzioni che garantiscano il diritto alla salute e alla sicurezza delle donne e dei bambini. Non possiamo permettere che intere comunità vengano private di un servizio essenziale per mere logiche contabili”.