Da 150 a più di 350 milioni. In soli vent’anni nel mondo le persone affetta da diabete sono più che raddoppiate. E le previsioni per il prossimo quinquennio non sono certo rassicuranti. L’Organizzazione mondiale della sanità stima una crescita dei pazienti fino a 600 milioni entro il 2030.
Cinquecentomila sono le persone con diabete che vivono nella regione Campania (6 milioni in Italia). Di fronte a questi numeri e nella consapevolezza della difficile sfida che il diabete rappresenta per il Sistema sanitario nazionale e per quelli regionali, il Coordinamento delle associazioni di pazienti diabetici campani con la referente Fabiana Anastasio, promuove il secondo incontro delle Federazioni di pazienti della macroarea del Sud Italia.
Appuntamento il 3-4 maggio 2024, a partire dalle ore 9:00, al Renaissance hotel mediterraneo di Napoli. Coinvolti oltre ai pazienti i rappresentanti del mondo istituzionale e sanitario.
Al centro della due giorni congressuale la costruzione della Rete diabetologica che, sulla base dalle indicazioni delle linee guida delle società scientifiche e del Piano nazionale del diabete, disciplini i percorsi in modo da ottimizzarne funzioni e risultati.
“La patologia diabetica - afferma Fabiana Anastasio, presidente del Coordinamento delle associazioni diabetici della Campania - investe oltre che il paziente, la famiglia, le strutture sanitarie, l’assistenza ed il mondo del lavoro. Paradigma della cronicità, deve essere affrontata con una corretta informazione sulla necessità di un adeguato stile di vita ed una presa in carico strutturata, tempestiva, efficace ed efficiente”.
I numeri crescenti della popolazione diabetica e l’enorme aggravio dei costi clinici dovuti ad una inefficace gestione rischiano di rendere, nei prossimi anni, insostenibile lo sforzo finanziario necessario a garantire a tutte le persone l’assistenza.
“Per vincere questa sfida - prosegue Anastasio - è fondamentale un’alleanza forte tra istituzioni, chi cura la malattia e chi ha la malattia. Questo lo scopo dell’incontro da cui vorremmo scaturisse un documento d’intenti condiviso sulle azioni da porre in essere”.