La programmazione nei teatri del Circuito Teatro Pubblico Campano dall'8 al 14 gennaio 2024:
Teatro Lendi di Sant’Arpino (CE)
info 0818919620, 3478572222
Da mercoledì 10 a venerdì 12 gennaio 2024, ore 20.45
Teatro Eduardo De Filippo di Agropoli
Info 3247879696
Sabato 13 e domenica 14 gennaio, ore 20.45
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
presentano
Mine Vaganti
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
con
Francesco Pannofino, Loredana Cannata
Erik Tonelli, Carmine Recano
e con Simona Marchini
e (in o.a.)
Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi,
Francesco Maggi, Jacopo Sorbini, Sergio Toscano
scene Luigi Ferrigno
costumi Alessandro Lai
luci Pasquale Mari
Francesco Pannofino è Vincenzo Cantone (padre di Tommaso e Antonio)
Loredana Cannata è Stefania Cantone (madre di Tommaso e Antonio)
Erik Tonelli è Tommaso Cantone (fratello minore di Antonio)
Carmine Recano è Antonio Cantone (fratello maggiore di Tommaso)
Simona Marchini è la Nonna (madre di Vincenzo)
Roberta Astuti è Alba Brunetti (socia di Tommaso)
Sarah Falanga è Zia Luciana (sorella di Vincenzo)
Mimma Lovoi è Teresa (cameriera di casa Cantone)
Francesco Maggi è Andrea (amico di Tommaso)
Sergio Toscano è Marco (compagno di Tommaso)
Jacopo Sorbini è Davide (amico di Tommaso)
Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti.
La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura.
Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola.
Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento.
L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino.
In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità.
Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo.
Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo.
Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto spunto da personali esperienze. A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene.
Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce. Ferzan Ozpetek
Teatro Verdi di Salerno
info 089662141
Da giovedì 11 a domenica 14 gennaio
(giovedì, venerdì e sabato ore 21.00, domenica ore 18.00)
Rama 2000
presenta
Massimo Ranieri
in
Tutti i sogni ancora in volo
non smettere mai di sognare
uno spettacolo ideato e scritto da Edoardo Falcone e Massimo Ranieri
Massimo Ranieri torna in scena con il suo nuovo spettacolo. E continua così il meraviglioso viaggio insieme al suo pubblico in una magnifica avventura, sospesa tra il gioco entusiasmante della fantasia e le emozioni più vere della vita.
Dopo 600 straordinarie repliche in tutta Italia, lo spettacolo di Massimo Ranieri, si rinnova e si conferma. Resta immutata la formula vincente, con Ranieri interprete dei suoi grandi successi musicali, ma sempre attore e narratore.
In questa nuova versione senza perdere di vista il gusto irrinunciabile della tradizione umoristica napoletana e dei colpi di teatro, naturalmente non mancheranno le sorprese. Ma stavolta, soprattutto, Ranieri sarà se stesso ancora di più.
In scena ci sarà un Massimo al 100%, che offrirà al suo pubblico tutto il meglio del suo repertorio più amato e più prestigioso. Tra i tanti brani dello spettacolo ci sarà ovviamente il brano “Lettera di la dal mare” presentato all’ultimo Festival di Sanremo, e “Mia Ragione” presentato al Sanremo di due anni fa, dove Ranieri partecipò in qualità di super ospite, entrambi i brani scritti da Fabio Ilacqua e arrangiati e prodotti dal cantante e musicista canadese Gino Vannelli.
Teatro Nuovo di Napoli
Info 0814976267
Da giovedì 11 a domenica 14 gennaio
(giovedì ore 21.00, venerdì e domenica ore 18.30, sabato ore 19.00)
Zebra in co-produzione con Santarcangelo dei Teatri
Presentano
Graces
coreografia Silvia Gribaudi
drammaturgia Silvia Gribaudi e Matteo Maffesanti
danzatori
Silvia Gribaudi, Siro Guglielmi, Matteo Marchesi e Andrea Rampazzo
design luci Antonio Rinaldi
assistente tecnico Theo Longuemare
direttore tecnico Leonardo Benetollo
costumi Elena Rossi
Graces è un progetto di performance ispirato alla scultura e al concetto di bellezza e natura che Antonio Canova realizzò tra il 1812 e il 1817. L’ispirazione è mitologica. Le 3 figlie di Zeus – Aglaia, Eufrosine e Talia – erano creature divine che diffondevano splendore, gioia e prosperità.
In scena tre corpi maschili, tre danzatori (Siro Guglielmi, Matteo Marchesi, Andrea Rampazzo) dentro ad un’opera scultorea che simboleggia la bellezza in un viaggio di abilità e tecnica che li porta in un luogo e in un tempo sospesi tra l’umano e l’astratto.
Qui il maschile e il femminile si incontrano, lontano da stereotipi e ruoli, liberi, danzando il ritmo stesso della natura. In scena anche l’autrice Silvia Gribaudi, che ama definirsi “autrice del corpo”, perché la sua poetica trasforma in modo costruttivo le imperfezioni elevandole a forma d’arte con una comicità diretta, crudele ed empatica, in cui non ci sono confini tra danza, teatro e performing arts.
Negli ultimi 10 anni Silvia Gribaudi si è interrogata sugli stereotipi di genere, sull’identità del femminile e sul concetto di virtuosismo nella danza e nel vivere quotidiano, andando oltre la forma apparente, cercando la leggerezza, l’ironia e lo humour nelle trasformazioni fisiche, nell’invecchiamento e nell’ammorbidirsi dei corpi in dialogo col tempo.
Graces si è realizzato grazie allo sguardo registico e visivo di Matteo Maffesanti (regista, formatore e videomaker), che ha seguito con Silvia Gribaudi tutto il processo artistico, che si è sviluppato con tappe di lavoro che comprendevano laboratori con cittadini sui materiali coreografici.
Teatro Magic Vision di Casalnuovo
Info 0818030270, 3292180679
Venerdì 12 gennaio, ore 20.45
Teatro Partenio di Avellino
Info 0825270961 - 3484072885
Sabato 13, ore 20.45, e domenica 14 gennaio, ore 18.00
Clap Produzioni e AG Spettacoli
presentano
Paolo Caiazzo in
Separati ma non troppo
Commedia in due atti scritta da Paolo Caiazzo e Francesco Procopio
con Giovanni Allocca, Daniela Ioia, Irene Grasso
scene Massimo Comune, costumi Federica Calabrese, aiuto regia Cristiano Esposito
regia Paolo Caiazzo
Le partite di calcetto settimanali oggi sono Separati Vs Ammogliati. Giulio a cinquant’anni si separa, è costretto a cambiar casacca e chiede ospitalità ad un suo ex avversario. Nicola, separato da tempo, occupa un appartamento di proprietà della vicina Carmela con probabili disturbi psicologici. Per questo l’uomo ha pattuito l’occupazione gratuita della casa in cambio di attività di badante.
Per dividere le spese sempre più insostenibili, con l’aggravante di alimenti da passare alla ex, Nicola accetta la convivenza, ma Giulio scopre ben presto l’equilibrio precario della casa dovuto alle folli incursioni della proprietaria. In questo instabile habitat cercano comunque di superare la crisi esistenziale e depressiva dovuta alla nuova situazione da single ritrovata in tarda età.
Il nuovo stile di scapoloni galvanizza i due rendendoli affiatati e complici nell’affrontare le ex compagne, ma dopo un iniziale periodo d’euforia, i due assumono ritmi più lenti e sobri come qualsiasi coppia di fatto. Nel tentativo di regalarsi una serata trasgressiva accettano un incontro al buio con due donne conosciute su Tinder. Scoprono ben presto di aver però agganciato le proprie ex. La serata prende una piega inaspettatamente piacevole ma le donne mostrano attrazione per l’ex marito dell’altra. I difetti dell’uno appaiono pregi per quella e viceversa scoprendo così affinità incrociate. In totale confusione, rivalità, e ritrovata gelosia, i due uomini non riescono a gestire l’anomala situazione fino a trovarsi di fronte ad un’insana proposta: Lo scambio di… ex coppie! Accetteranno?
Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei
Info 0818577725, 3381890767
Da venerdì 12 a domenica 14 gennaio
(feriali ore 20.30, festivi ore 18.15)
Italia Concerti
presenta
Maurizio Casagrande
in
Il viaggio del papà
una commedia di Maurizio Casagrande e Francesco Velonà
cast
Ania Cecilia, Michele Capone, Giovanni Iovino
performer
Arianna Pucci
disegno luci Saverio Toppi
scenografia Max Comune
costumi Mariarosaria Riccio
regia Maurizio Casagrande
Questa è la storia di un padre e di un figlio che non si conoscono. Provano un profondo fastidio l’uno nei confronti dell’altro, divisi da sempre dalle loro differenze. Il padre avrebbe voluto un figlio che gli somigliasse; pragmatico, efficiente e spregiudicato, sempre alla ricerca del successo personale, esattamente come lui.
Invece gli è capitato un figlio sognatore, vacuo e incapace di realizzare qualunque cosa. Il figlio dal canto suo, avrebbe voluto un padre che non incarnasse rigidamente la figura genitoriale, ma che fosse senza pregiudizi nei suoi confronti, che avesse una visione più ampia e moderna del mondo.
Due realtà che non si capiscono. Un padre ed un figlio che si danno la possibilità dell’incontro decidendo di fare un viaggio insieme, con la speranza che questa esperienza condivisa possa abbattere il muro che li divide.
Durante il loro viaggio accadrà un evento straordinario che li porterà a cambiare la loro visione del mondo. Come novelli Robinson Crusoe si ritroveranno naufraghi su di un’isola sconosciuta, costretti a cooperare e aiutarsi a vicenda per sopravvivere.
Scopriranno che quell’isola non è come tutte le altre. È fatta di plastica e tutto quello che troveranno in quel luogo non è quello che sembra. Questo li porterà ad un incontro con un essere sovrannaturale che, attraverso il linguaggio universale della musica, chiederà il loro aiuto per non morire.
“Ci tenevo molto però a raccontare questa storia perché credo sia molto importante, vedere un uomo convinto di sapere tutto, crollare di fronte ai suoi peggiori incubi, fa sempre ridere, e far ridere è la mia missione principale.
Se poi nel farlo, riesco ad accendere anche una piccola riflessione sono veramente felice. Ah, dimenticavo, il titolo è “Il viaggio del papà”, perché in fondo il papà è il nostro primo eroe.”