
Ci hanno chiamate streghe. Ogni volta che abbiamo pensato con la nostra testa. Ogni volta che abbiamo amato nel modo sbagliato, parlato troppo, riso forte, scelto da sole. Da queste parole nasce lo spettacolo Streghe di Annamaria Russo, che porterà in scena, domenica 23 novembre 2025 alle ore 18.30 al Pozzo e il Pendolo Teatro di Napoli, un percorso visionario e struggente attraverso i secoli, le fiabe, le condanne e le rinascite delle donne etichettate come “diverse”.
Un lavoro teatrale sulle storie di donne maledette che si muove tra poesia, musica e narrazione, per raccontare le voci che la storia, o meglio la paura, ha voluto spegnere.
Sul palco, Marianita Carfora, Gennaro Monti, Sonia De Rosa ed Enzo Tammurriello danno corpo e voce a un coro di anime femminili libere, fragili, ribelli, e potenti, che non hanno accettato di essere addomesticate, e per questo sono diventate leggenda, simbolo, monito.
Streghe non è solo uno spettacolo, ma un rito laico di evocazione. Attraverso suoni, immagini e parole, la scena si trasforma in un luogo sospeso dove il confine tra realtà e magia si dissolve.
Le storie diventano canto, le voci si intrecciano alle note, e il pubblico viene condotto in un paesaggio emotivo che attraversa la paura, la persecuzione, ma anche la rinascita e la consapevolezza.
«Ogni strega - afferma Annamaria Russo - è una donna che ha osato essere sé stessa. Questo spettacolo nasce dal desiderio di restituire loro dignità e memoria, ma anche di interrogare il presente. Quante donne, ancora oggi, vengono giudicate, isolate o bruciate, non più nei roghi ma nel silenzio, solo perché non si piegano alle aspettative?»
Tra memoria e attualità, Streghe è anche una riflessione contemporanea sulla condizione femminile, sulla paura che ancora oggi suscita la libertà delle donne, e sulla necessità di riappropriarsi del proprio spazio e della propria voce.
Ogni personaggio diventa simbolo di una femminilità che resiste e si reinventa, in un tempo in cui le antiche cacce alle streghe sembrano riecheggiare nelle forme moderne del giudizio e della violenza di genere.
Con una drammaturgia che alterna lirismo e racconto, e una colonna sonora originale che amplifica la dimensione emotiva della scena, Streghe restituisce al teatro il suo potere originario: quello di evocare, denunciare e curare.

