Nella nottata di ieri, le telecamere in uso all’Area Marina Protetta – Parco Sommerso di Gaiola rilevavano movimenti insoliti e non autorizzati di un natante all’interno della zona A che venivano prontamente segnalati dalla direzione al numero di pubblica utilità 117 attivo presso la Sala Operativa del locale Comando Provinciale delle Fiamme Gialle.
Immediatamente veniva inviata sul posto una motovedetta del Reparto Operativo Aeronavale che sorprendeva due soggetti intenti a prelevare un’ingente quantità di “paracentrotus lividus”; questo è il nome scientifico dei ricci di mare la cui raccolta, dove e quando consentita, non può superare i 50 esemplari al giorno.
Nel caso di specie i due pescatori di frodo, stavano depredando la zona di “Riserva Integrale” dell’A.M.P., dove sono consentite soltanto le attività di ricerca scientifica. Infatti, la zona A è stata istituita allo scopo di garantire la tutela della biodiversità e il ripopolamento delle specie animali e vegetali, pertanto, al suo interno è vietata persino la navigazione e la balneazione.
Per quanto precede, i due responsabili, già noti anche per praticare abitualmente e professionalmente la pesca di frodo fuori regione, sono stati deferiti alla competente A.G. alla quale dovranno rispondere, altresì, dei reati di danneggiamento e deturpamento ambientale.
Il pescato, rigettato ancora vivente in mare, avrebbe fruttato ai malviventi più di mille euro dal momento che mediamente ogni riccio viene venduto al mercato nero per circa 1 €.
Sequestrato il natante e l’attrezzatura utilizzata per l’illecita attività. La salvaguardia delle aree marine protette, rientra in quelle attività poste in essere dalla Guardia di Finanza allo scopo di prevenire e reprimere le condotte che deturpano le bellezze dei fondali marini, contrastare il mercato illecito delle specie protette nonché, non da ultimo, tutelare la salute pubblica.