I massimi esperti di tumori del polmone provenienti da tutto il mondo si ritroveranno oggi e domani, 20 e 21 giugno, a Napoli, presso il Grand Hotel Santa Lucia di via Partenope, per un aggiornamento sui dati provenienti dalle più recenti ricerche in oncologia toracica.
A presiedere la dodicesima edizione del prestigioso Congresso Internazionale sull’Oncologia Toracica (Ciot), organizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Toracica (Aiot), sarà quest’anno il Direttore del Dipartimento Onco-Ematologico dell’Azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino, Cesare Gridelli, proprio in quanto riconosciuto come uno dei maggiori esperti mondiali del cancro al polmone.
«Il ruolo di primo piano che l’oncologia dell’Azienda Moscati è riuscita a guadagnarsi nel panorama internazionale – evidenzia il Direttore generale dell’Azienda ospedaliera Moscati, Renato Pizzuti – è motivo di grande orgoglio per l’Irpinia e la Campania e rappresenta un giusto riconoscimento all’importante attività di ricerca e sperimentazione che i professionisti dell’Oncoematologia portano avanti in maniera egregia parallelamente all’impegno quotidiano sul fronte dell’emergenza e dell’alta specialità».
L’incontro a Napoli, che prenderà il via alle ore 15, è l’appuntamento più importante in ambito oncologico dopo il congresso di Oncologia (American Society of Clinical Oncology), tenutosi a Chicago pochi giorni fa. Attraverso le diverse relazioni in scaletta, esposte in lingua inglese per il carattere internazionale dell’evento, si farà il punto sulle nuove evidenze medico-scientifiche emerse dai principali studi nazionali e internazionali, in modo da permettere un confronto tra oncologi attivi nella ricerca incentrato sulla comprensione di come le nuove conoscenze si possano tradurre nella realtà clinica.
«Si discuterà dell’avanzamento nel settore dei farmaci a bersaglio molecolare e della immunoterapia – afferma Gridelli – e, in particolare, dopo i risultati ottenuti nei tumori polmonari in fase avanzata, dell’introduzione di questi nuovi farmaci nelle fasi più precoci di malattia. Infatti oggi, con le nuove strategie terapeutiche che prevedono l’utilizzo di questi farmaci dopo un intervento chirurgico (terapie adiuvanti), prima (terapie neoadiuvanti) o prima e dopo (terapie perioperatorie), si stanno raggiungendo risultati importanti con un maggior numero di pazienti guariti».