Sono partiti lo scorso 6 gennaio i saldi invernali in Campania, ma come sottolineano molte sigle datoriali e dei consumatori, non si nota una grande euforia, e soprattutto l’emozione dello shopping che, purtroppo, pare non accompagni nemmeno il turismo di massa.
Infatti l’assalto turistico a Napoli preferisce spendere per assecondare il palato più che comprare beni e manufatti del luogo, dall’artigianato d’eccellenza ai capi di abbigliamento e calzature. Sicuramente una nota dolente vista anche la grande tradizione delle eccellenze napoletane, ma i saldi dopotutto, dovrebbe servire ad invogliare la gente a spendere, e quindi a generare economia. “E’ proprio questo meccanismo che è venuta a mancare - spiega Gianni Lepre, economista e consigliere del ministro della Cultura - questa molla che apre la mente dei consumatori agli acquisti”. Il prof. Lepre ha poi continuato: “I dati fotografano bene la circostanza, solo il 40% dei consumatori ha già deciso di spendere per acquistare con le promozioni. La spesa media pro capite stimata in Campania è inferiore alla media nazionale di 267 euro, attestandosi tra i 196 euro del resto della Campania e i 210 di picco per Napoli. Stando a questi numeri solo 4 persone su 10 hanno deciso un investimento di poco più di 200 euro da destinare ai saldi invernali”. Il prof. Lepre che tra l’altro è presidente della Commissione Reti e Distretti Produttivi di ODCEC Napoli ha poi concluso: “Su queste strozzature commerciali pesano come macigni le incognite economiche globali, il carovita che ha raggiunto cifre inenarrabili, la mancanza di liquidità nella stragrande maggioranza delle famiglie che quotidianamente fanno i conti tra piatto a tavola, pressione fiscale e esigenze domestiche quadruplicate. E poi in ultimo, ma solo per l’ordine delle cose, quello che noi oggi chiamiamo mercato libero di luce e gas, presto si tramuterà nel salasso dei salassi per famiglie e imprese”. Ovviamente in questo senso, e con questi numeri, parlare di saldi fa, quantomeno, sorridere.