“La foto del disabile legato è stata realizzata nei pressi di piazza Garibaldi a bordo di un mezzo dell’Anm. Purtroppo è stato costretto a ricorrere a questo stratagemma perché le cinture per assicurare i disabili sono assenti a bordo di quasi tutti gli autobus della flotta. Solo gli ultimi mezzi acquistati, circa 60, sono dotati di tali dispositivi. Il resto, a partire da quelli entrati in servizio sette-otto anni fa, ne sono sprovvisti.
Alcuni, parlo degli autobus più vecchi, non sono predisposti. Quelli più recenti, invece, sono predisposti ma non vengono manutenuti e hanno le cinture rotte o mancanti. Quindi stiamo parlando di circa 190 mezzi che non offrono la possibilità ai disabili di viaggiare in maniera sicura”. Lo afferma Marco Sansone, del coordinamento giornale dell’Usb. “Al di là di tale problema – prosegue Sansone – c’è da tenere conto che i disabili sono costretti, così come gli altri cittadini, a combattere con l’inciviltà di chi parcheggia in prossimità o in corrispondenza delle fermate. La legge ci imporrebbe di fermare a 40 centimetri dal marciapiedi, nella realtà siamo costretti a fermare a due o addirittura tre metri. Se volessimo rispettare la norma del codice della strada saremmo praticamente costretti a tornare al capolinea senza fare neanche una fermata”. La foto che ritrae il disabile legato è stata segnalata al consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. “Riteniamo vergognoso che i disabili siano costretti a legarsi per viaggiare in sicurezza a bordo degli autobus. Una situazione che non è assolutamente all’altezza di un Paese che vuole ritenersi civile. Abbiamo inviato una nota all’Anm per chiedere di procedere alla sostituzione delle cinture a bordo di mezzi che sono predisposti. Quanto alla questione dei parcheggi sulle fermate riteniamo stiamo combattendo una battaglia che va avanti da mesi. Occorre sanzionare con la massima severità chi parcheggia nelle aree di fermata degli autobus. Nei casi in cui i mezzi intralcino il servizio bisogna procedere con il deferimento alla Procura della Repubblica per interruzione di pubblico servizio”.