Ivan Cotroneo, scrittore, sceneggiatore, regista è stato il protagonista di un interessante convegno sul Cineturismo, svoltosi la mattina del 7 ottobre al Centro Congressi Federico II di Napoli.
L’incontro, dal titolo “Il Territorio raccontato attraverso le storie” rientra nell’ambito delle attività culturali promosse in occasione della XI Ediz del Gala del Cinema e della Fiction in Campania ed ha vantato come relatori accanto a Cotroneo, Valeria Della Rocca e Marco Spagnoli, rispettivamente Produttrice e Direttore artistico del Festival e Valentina Della Corte Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese e coordinatrice del Corso di Laurea di Hospitality Management presso l’ Università degli Studi di Napoli Federico II
Ivan Cotroneo, lei è un veterano del Gala del Cinema e della Fiction?
“Sì, ho già partecipato più volte a questo importante Festival che ha come tema principale il “Cineturismo”, premiando le produzioni audiovisive realizzate l’anno precedente sul territorio campano. Oggi sono di nuovo qui al Gala, in veste inedita di “Teacher” mentre in passato sono stato ospite della manifestazione per le storie che ho scritto sia per il cinema che per la TV, ambientate sempre a Napoli; in particolare ho partecipato come regista esordiente al cinema nel film “La Kryptonite nella borsa” premiato come miglior film, mentre per la TV, dopo qualche anno, con la serie “Sirene” che è stata insignita come “migliore fiction”
Lei è particolarmente legato al progetto “Sirene”?
“Sì perché è un’opera audiovisiva che offre allo spettatore la possibilità di scoprire una Napoli diversa, immersa in un’atmosfera romantica, simile a quella di Roma dipinta nel film “Vacanze Romane”
Cotroneo lei oggi è qui all’Università in veste di professore
“Amo molto incontrare i ragazzi, parlare del mio lavoro con le sue varie declinazioni, proprie dell’attività di sceneggiatore, soffermandomi soprattutto su come uno sceneggiatore riesca a coinvolgere il territorio sia narrativamente che produttivamente
Cosa l’affascina di Napoli?
“La sua complessità, le contraddizioni, le luci e le ombre. Quando ho scritto “Sirene”, vivevo un po’ la frustrazione di vedere rappresentata Napoli in maniera negativa, secondo un criterio di genere che la cataloga “total black” ed allora ho voluto dare un mio personale contributo per mostrare allo spettatore questa meravigliosa città sotto un’altra veste ovvero come un luogo estremamente magico e romantico. Come me, altri grandi del cinema quali Ozpetek con il film “Napoli velata” ed altri produttori di televisione e di cinema hanno dato un loro personale contributo artistico atto a restituire a Napoli quella immagine di città vivace piena di fermenti culturali e di colori, di bellezze artistiche e paesaggistiche decantate dall’ intelligentia in ogni secolo.
Cotroneo la sua esperienza professionale sul territorio campano?
“Ricca, molto ricca di spunti e riscontri positivi; in questo territorio vivono figure professionali di recitazione di grande valore com’è tangibile sia sul grande che sul piccolo schermo ed inoltre mi sembra doveroso citare i tanti artisti partenopei che lavorano dietro le quinte per la scenografia e la realizzazione di costumi di scena”
Lei è uno sceneggiatore di successo; qual è la differenza tra la narrazione scritta e quella audiovisiva?
“Quella scritta è in un certo senso “solitaria” perché lo scrittore è assolutamente libero e si confronta esclusivamente con la sua fantasia. La narrazione audiovisiva invece richiede il coinvolgimento artistico prima ancora che produttivo di tante persone sfociando in un lavoro di gruppo che si diffonde in maniera macroscopica rispetto al romanzo grazie anche alle nuove piattaforme. Si pensi tra gli esempi virtuosi a “L’Amica Geniale” che è stato un successo mondiale ed ha moltiplicato il numero di lettori dei romanzi di Elena Ferrante, particolarmente attratti dalla penna della scrittrice dopo avere seguito in tv la nota serie di Saverio Costanzo”
Cotroneo cosa racconterà di Napoli nel prossimo futuro?
“Non lo so; Napoli è una parte di me molto importante ed io me la porto dentro ovunque io sia; mi piacerebbe tornare qui, com’è capitato al mio esordio nel cinema, per realizzare una narrazione che rispecchi quella che è veramente la città oggi”