servizio di AMEDEO FANTACCIONE
Quando si parla di Penisola Sorrentina la mente corre immediatamente al mare, alle coste, alla voglia di estate e di vacanza, eppure in quel lembo di terra che divide la stessa Penisola Sorrentina dalla Costiera amalfitana e che si spinge con Punta Campanella fin quasi a toccare l'azzurra isola di Capri, ci solo luoghi di culto panoramici che il tempo ha preservato e che sono diventati veri e propri scrigni di quell'arte minore e periferica che vale la pena scoprire. Uno di questi posti dove l'arte si sposa a meraviglia con il territorio e la tradizione è la Chiesa e l'annesso convento di San Francesco di Paola a Massalubrense.
La chiesa, nata con il nome di S.Maria della Sanità, fu realizzata nel 1582 dalla nobile famiglia Liparulo che edificò anche la vicina torre. I due edifici furono poi annessi al convento oggi occupato dai Padri Minimi. Sull'ampia piazza semicircolare, alla base di una rampa, che porta alla Chiesa, vi è la statua di S. Francesco di Paola. Il sacro edificio ha una porta intagliata di tufo nero, con frontone rotondo spezzato e dipinto in cornice tufacea. La torre Liparulo, incorporata al Convento, è attigua ad essa dalla parte destra.
Questa torre, divenuta torre campanaria, resistette alla invasione dei Saraceni nel 1558. La nobile famiglia Liparulo fondò, nel 1582, la chiesetta della Madonna della Salute sull'area della preesistente Cappella dei SS. Processo e Martiniano, cappella incorporata poi alla nuova chiesa, rifatta nel 1783 da Frà Matteo Scotti, sotto la denominazione di S. Francesco di Paola. Padre Valentino Vespoli, massese, primo Generale Italiano dell'Ordine dei Frati Mimimi, su sollecitazione dei nobili Liparulo e per volere dei cittadini, permise ai Padri Minimi di fondare il Convento sul suolo di Mattia Fontana e di Domenico Amitrano. L'offerta precedentemente era stata fatta ai Francescani Minori di San Francesco di Assisi, che la rifiutarono. Il Convento sorse sotto il titolo di S. Maria della Sanità. La Chiesa è ad una sola navata con abside a tre archi. L'altare del ‘700, in marmi policromi, è chiuso da una balaustrata marmorea assai elegante. Al centro della tribuna il quadro della Madonna della Sanità, rinchiuso in una nicchia. In calce è scolpito lo stemma dei Liparulo e l'epigrafe della fondazione della chiesa. Nelle pareti del catino, due grandi quadri di rimpetto l'uno all'altro: l'Assunzione e la Cacciata dei profanatori dei tempio. Altri due quadri di S. Lucia e S. Caterina stanno ai lati della nicchia. La Cappella di S. Francesco, prima della rifazione della chiesa, era sotto il titolo dei SS. Processo e Martiniano; ha un bell’altare seicentesco, in marmi policromi, con la tela di S. Francesco, cui essa è dedicata. Essa custodisce l'urna contenente le reliquie dei Martiri di Otranto, città che sotto il regno di Ferrante I, fu improvvisamente assalita e devastata dai Turchi e alla sua liberazione Massa dette il contributo inviando alcuni uomini sulle armate di Caudel il 10 settembre 1481.
Alla liberazione della città idruntina parteciparono anche soldati di Massa. Sull'urna contenente le reliquie, custodita nell'attuale cappella di S. Francesco è scritto: “Martyres Hydruntini MDLXXXIII”. Di fronte alla cappella del Santo di Paola vi è un altro altare dedicato a S. Onofrio e S. Francesco con quadro del 1600. Nelle pareti, destra e sinistra, in corrispondenza l'uno con l'altro, vi sono tre altari per lato. Nella chiesa e nella sagrestia è interessante il pavimento maiolicato del XVIII secolo, ma non mancano altre opere d'arte. Tra queste notevole è una statua lignea della Vergine del XV secolo. Il Convento è attiguo alla chiesa ed ingloba la Torre di Liparulo, adattata a campanile. Ha un bel chiostro. Sul piano superiore vi sono le stanze dei frati, che si allineano lungo un ampio corridoio, che segue la linea quadrata dei chiostro. Nel settembre 1837 i Padri Minimi furono espulsi. Il Convento, adibito a lazzaretto durante il colera di quell'anno, divenne carcere mandamentale e pretura, aboliti ambedue nel 1891. Fu sede della Congrega di Carità ed ospizio dei poveri. Nel 1929 i Minimi furono immessi nel Convento, ove oggi svolgono l'apostolato in quella zona. Mons. Gallo, vescovo di Massa, proclamò, su istanza dei cittadini, San Francesco di Paolo Compatrono di Massa Lubrense. La Civica Amministrazione ogni anno, nel giorno della festa, offre solennemente un cereo in omaggio a S. Francesco. La festa di S. Francesco è una delle più care al cuore dei Massesi. Non solo luminarie, ma il particolare aspetto folkloristico della pesca, dei maialetto, i fuochi d'artificio, i concerti bandistici e la tradizionale, lunga processione, ora ridotta nell'ambito della contrada. Da questa contrada si raggiungono, attraverso vie interne, molto caratteristiche e panoramiche, altri piccoli centri “L'Arorilla, Montecorbo e la frazione di Priora”.
Per chi volesse pregustare quelche leccornia del luogo e soprattutto volesse addentrarsi nelle antiche limonaie, consigliamo una sosta presso l'Azienda agricola "Il Convento" annessa all'area religiosa che con gli oltre 6000 mq di limoneti rappresenta un tipico esempio dell'economia contadina secolare del luogo. In una antica masseria perfettamente ristrutturata si può anche soggiornare riscoprendo la tranquillità e la pace che per secoli hanno regnato in questi luoghi. Un turismo diverso, lontano dai rumori e dal caos delle mete più gettonate, ma che riesce a dare a pieno l'idea della grande ricchezza della Campania, che in questo suo angolo incantato riserva suggestioni ed emozioni uniche.