I medici vaccinatori in rivolta: “Senza tutele assicurative e legali il  rischio è tutto nostro anche se rispettiamo le procedure” - La Stampa

“La responsabilità professionale dei medici e dei sanitari, da sempre al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, mai come adesso deve trovare soluzioni per avere subito uno scudo penale per i vaccinatori contro il Covid  -19.

I recenti fatti riportatati dalla cronaca nazionale ed estera per presunte reazioni avverse alla somministrazione del vaccino Astrazeneca, tra l’altro tutto da dimostrare, hanno gettato nello sconforto una categoria che da oltre un anno sta portando sulle proprie spalle il peso della gestione di questa emergenza pandemica.

Ora la tanto attesa campagna vaccinale, vera via di soluzione al problema Covid - 19, rischia un ulteriore rallentamento, già in atto sia per problemi di approvvigionamento, sia per la sospensione temporanea del vaccino inglese.

Per quanto un atto dovuto della magistratura inquirente italiana, chi vaccina non può essere ritenuto responsabile di ipotetici effetti collaterali dovuti al vaccino, che non possono certo essere collegati alla modalità di somministrazione o al medico che sovraintende alla vaccinazione.

Del resto in altri paesi Europei, la responsabilità penale e praticamente assente, ma in Italia si continua a considerare il medico o l’operatore sanitario come un potenziale criminale fino a prova contraria.

Bisogna insistere sulla depenalizzazione delle condotte colpose e per la effettiva cancellazione della responsabilità contrattuale del medico e dell’operatore sanitario.

La legge lascia spazio ad azioni giurisprudenziali con l’iscrizione nel registro degli indagati che sono devastanti per chi esercita la professione di medico o operatore sanitario.

Purtroppo queste azioni nei confronti degli operatori sanitari potrebbero compromettere la stessa campagna vaccinale che passa anche attraverso la disponibilità volontaria di diverse categorie di vaccinatori, la mancanza di serenità e la paura di essere denunciati ed indagati rappresenta una criticità da risolvere subito con uno scudo penale.

È vero che tutti gli operatori sanitari sono chiamati ad un atto di responsabilità in questa emergenza straordinaria, ma è altrettanto vero che devono essere messi nelle condizioni di lavorare con tranquillità e con tutte le tutele legali per adempiere nel migliore dei modi alla missione che sono chiamati a compiere”. Così in una nota congiunta Michela Rostan, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, e Maurizio Cappiello, dirigente Anaao – Assomed.