Grande risposta del pubblico a Salerno per il ritorno de “I Normanni”, l’opera lirica la cui trama ruota intorno all’episodio storico dell’eroica difesa dei salernitani, aiutati dai Normanni di Guglielmo Braccio di Ferro, dall’invasione dei saraceni.
Sabato scorso, presso il Teatro Augusteo di Salerno, un pubblico numeroso ha applaudito per oltre dieci minuti lo spettacolo a fine rappresentazione. La produzione, con il patrocinio del Comune di Salerno e della Fondazione Sichelgaita e il sostegno di BCC Campania Centro, Cassa Rurale Artigiana (Gruppo Bcc Iccrea), Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana e Camera di Commercio di Salerno, ha visto un’ottima prova artistica degli interpreti: Guaimaro, Principe di Salerno, Davide Maria Sabatino (basso); Bianca, sua figlia, Chiara Polese (soprano); Ainulfo, condottiero, Gianluca Pantaleone (tenore); Guglielmo Braccio di Ferro, Maurizio Esposito (baritono). Coro Filarmonico Jubilate Deo; Maestro al pianoforte, Nicola Polese; Direttore: Giuseppe Polese. L’introduzione storica all’opera e il commento sono stati affidati al prof. Gennaro Saviello, dell’Università eCampus, che si è soffermato sul tema: “Il Medioevo Normanno e il Melodramma. Bardare e Marzano a Salerno”. La serata sarà è stata presentata da Angela De Stefano. “La risposta è stata entusiastica – spiega Eugenio Paolantonio, presidente dell’omonima associazione I Normanni a Salerno, cui si deve il recupero dell’opera lirica dimenticata e la messa in scena della stessa – abbiamo già diverse prenotazioni. Nel 2025 ci attende il Teatro Grande di Pompei e un’altra data a Salerno. Le richieste sono tante, proveremo ad accontentarle tutte”. Negli anni scorsi la produzione è sbarcata anche a Lisbona a al Politeama di Napoli. Il kolossal lirico “I Normanni a Salerno”, su libretto di Leone Emanuele Bardare, è l’opera composta da Temistocle Marzano, che fu tra gli allievi prediletti di Mercadante. Intanto, per chiedere la rappresentazione dell’opera al Teatro Verdi di Salerno, dove l’opera debutto oltre centocinquanta anni fa, è nata una sottoscrizione popolare con una raccolta firme che ha già superato le centocinquanta adesioni. “La prima rappresentazione de I Normanni – prosegue il produttore, Paolantonio, fu salutata da un grande successo di pubblico e di critica. Era l’11 giugno del 1872, quando l’opera debuttò al Teatro Verdi di Salerno, diretta dallo stesso autore Temistocle Marzano, che intese così celebrare i fasti della storia di Salerno e del nostro sud, partendo da una pagina eroica del passato del Mezzogiorno. È giusto che l’opera torni al Verdi e faremo di tutto per far sì che ciò avvenga”.
Nel Piccolo dizionario delle opere teatrali (Ricordi) a cura di Giovanni Paloschi e di pochi anni successivo alla rappresentazione, lo spartito de “I Normanni a Salerno” è segnalato tra quelli di maggiore rilevanza, mentre il Trovatore di Milano, all’indomani della Prima così scriveva: “Successo luminoso. Lavoro di grande merito artistico. Instrumentazione accurata e di effetto magnifico. La messa in scena degna in tutte della grandiosa opera. Il Maestro evocato moltissime volte sulla scena”. L’autore dell’Opera, infatti, fu richiamato sul proscenio per ventotto volte. Marzano fu definito “Il re della melodia” e i suoi numerosi allievi ne decantarono la maestria. Temistocle Marzano nacque a Procida il 2 gennaio 1821 e morì a Salerno, nel cui cimitero monumentale riposano le sue spoglie, il 29 aprile del 1896.
TRAMA E AMBIENTAZIONE
Un’opera grandiosa, nello stile del Maestro Mercadante, seguace e ammiratore di Rossini, scritta da quel Leone Emanuele Bardare che fu invitato da Verdi a terminare la stesura del libretto del Trovatore, e ad adattare quello del Rigoletto per esigenze di censura. La vicenda è ambientata nell’XI secolo, allorquando i normanni, capeggiati da Guglielmo Braccio di Ferro, figlio di Tancredi d’Altavilla, vennero in aiuto alla città di Salerno per respingere l’attacco dei saraceni. La storia ricorda la resistenza della popolazione salernitana e l’infelice amore di Bianca, figlia del re Guaimaro e promessa a Guglielmo, per Ainulfo, traditore della proprio popolo e della propria fede. Questi, infatti, informato delle nozze dell’amata con Guglielmo, si introduce nel palazzo per portarla con sé ma, avendo fallito, torna sotto mentite spoglie minacciando di uccidere il re Guaimaro. Scoperto e fatto prigioniero, Ainulfo si uccide per non cadere nelle mani del popolo che vorrebbe linciarlo. L’amor patrio di Bianca trionfa sulla passione che unisce i due giovani, e il finale tragico riscatta Ainulfo del suo tradimento.