Tutto in una notte: protofemministe, regine, soprano, dj, gender claim. Il festival “CapriArt* - Capri come rivendicazione di genere”, dopo quattro stagioni sull’isola, lascia la Villa Lysis degli amori liberi per approdare a Napoli sabato 19 ottobre alle ore 21 e 30, all’Auditorium Novecento, con una selezione degli spettacoli andati in scena nell’edizione 2024 di settembre.
Un capriccio notturno animato da protagoniste straordinarie, come la protofemminista Anne Charlotte Leffler, pioniera dei diritti e dell’indipendenza (musa dell’edizione 2024 dedicata alla Svezia) che rivivrà nell’interpretazione di Anna Ammirati, accompagnata al piano dalla femme prodige del piano Sara Amoresano che eseguirà per la prima volta a Napoli musiche della compositrice svedese Elfrida Andrée. Femminista, a suo modo, anche Maria Antonietta, l’ultima regina di Francia che interpretata da Cristina Donadio concederà un’intervista in pieno stile Lady D raccontando i retroscena della sua relazione con Axel de Fersen, l’uomo che amó segretamente tutta la vita e che proverà inutilmente a salvare lei e il marito dal patibolo. Con lei, in scena, arriverà da Parigi la soprano queer Théa Bootz, vera rivelazione di CapriArt* 2024, che interpreterà una serie di arie barocche fino a un sorprendente David Bowie che introdurrà il pubblico a un vero e proprio dancing party condotto da dj Van Basten. Aprono la serata Fabiana Fazio e Claudio Fidia. Prodotto da Etabetalab, con la direzione artistica di Mauro Gioia, il festival “CapriArt* - Arte come rivendicazione di genere” (www.capriart.it) è riconosciuto dal ministero della Cultura come festival di teatro beneficiario dei Fondi Fnsv – Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo – per il triennio 2022-24, con il patrocinio dell’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della presidenza del Consiglio dei ministri) e sostenuto dalla Città di Capri. È nato nel 2021 come progetto speciale intorno alla figura del giornalista inglese Henry Wreford che visse a Capri dal 1842 fino alla morte, avvenuta nel 1892, e che contribuì alle vicende politiche preunitarie italiane e alla diffusione di una cultura impegnata nel gender claim. Il festival si ispira alla vocazione dell’isola come paesaggio di libertà e alle donne e agli uomini straordinari che da questa terra, e dalla sua placida eversione, hanno tratto linfa per la loro arte: un patrimonio ancora tutto da esplorare. Con la direzione artistica di Mauro Gioia, il festival ha sede a Villa Lysis, spazio simbolo delle identità fluide dell’Ottocento creato dal barone Fersen.